DeepMind è il team di Google specializzato nello sviluppo di robot, e a quanto pare ancora una volta la fantascienza funge da ispiratore per i veri scienziati. Le leggi della robotica sviluppate da Isaac Asimov nel suo ciclo dei robot diventano infatti un reale fondamento su cui poggiare le basi per tale sviluppo.

Una nuova costituzione

Una costituzione per i robot sviluppata prendendo a modello le leggi della robotica create da Isaac Asimov. Nelle intenzioni di Google si tratta di una serie di suggerimenti incentrati sulla sicurezza che serviranno per regolare il comportamento dei robot e la loro interazione con l’uomo.

Ma cosa dicono precisamente queste tre leggi? Ecco i tre passaggi che ne stabiliscono il fondamento:

1 – Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2 – Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
3 – Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Ad onor del vero, lo stesso Asimov amplia ulteriormente tali leggi con l’aggiunta di una quarta che fa da premessa alle tre leggi fondamentali sopra citate. Si tratta della cosiddetta Legge Zero inserita poi nel ciclo della Fondazione:

“Un robot non può recare danno all’umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l’umanità riceva danno”.

Fantascienza a parte, il lavoro di Google, e in particolare di DeepMind è stato aggiornato con nuove tecnologie atte a migliorare l’impiego dei robot e renderli sempre più capaci di svolgere azioni umane.

Le leggi della robotica nella realtà

Benché la fantascienza e la scienza si ispirino a vicenda da decenni, è altrettanto vero che le tre leggi della robotica di Asimov rimangono sostanzialmente una suggestione che allo stato pratico è ancora impraticabile.

Questo perché in realtà l’intelligenza artificiale che si stanno proponendo in questi ultimi mesi non ha nulla a che fare con quell’intelligenza robotica che la fantascienza ci propone da anni. La capacità di autocoscienza rimane al momento una caratteristica esclusivamente umana e le macchine di oggi, benché dotate di capacità incredibili, rimangono delle calcolatrici prive di pensiero individuale. Infatti, le leggi della robotica vennero proprio creare da Asimov perché i robot erano in grado di assumere azioni e comportamenti personali, al di là delle intenzioni dell’uomo. Per questo motivo era necessario impartire loro dei comandi base che venissero sempre ricordati prima di una loro scelta libera.

Tornando al progetto di DeepMind, la sperimentazione prosegue sfruttando ora il sistema AutoRT, capace di sfruttare i modelli di intelligenza artificiale di grandi dimensioni, integrando Large Language Models (LLM) e Visual Language Models (VLM). Sulla comunicazione ufficiale rilasciata dal team di ricerca si legge:

“Prima che i robot possano essere integrati nella nostra vita quotidiana, devono essere sviluppati in modo responsabile con una solida ricerca che ne dimostri la sicurezza nel mondo reale”.

Tra le altre tecnologie sviluppate dal team spicca RT-Trajectory, un modello che permette ai robot di acquisire informazioni sui movimenti da attuare durante una determinata azione, come ad esempio pulire un piano di lavoro. C’è poi la tecnologia SARA-RT, che permette di migliorare il precedente modello aumentandone la velocità di apprendimento.

I punti chiave…

  • Google si ispira ad Asimov per i suoi robot costruiti con DeepMind;
  • i team di ricerca sta mettendo in pratica una costituzione dei robot sul modello delle tre leggi della robotica;
  • tali leggi serviranno anche nel mondo reale a far sì che queste macchine intelligenti siano sempre al servizio dell’uomo.