Dopo le polemiche e il sarcasmo social scatenatosi con l’incarico affidato ad Amato, ora c’è chi sostiene che si è giunti al ridicolo involontario. La commissione algoritmi, il comitato che deve indagare sull’intelligenza artificiale, in particolare modo sui rischi che tale tecnologia può portare nel mondo dell’editoria e non solo, viene affidata a padre Paolo Benanti.

Chi è costui?

Il nuovo presidente della commissione algoritmi è Benanti, presbitero francescano, teologo e consigliere del Papa sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologia.

Ad annunciarlo in questi giorni ci ha pensato Alberto Barachini, sottosegretario all’Editoria del governo di Giorgia Meloni. La sua preparazione in materia è probabilmente più alta di quella di Amato, anzi si può eliminare il probamente senza rischio di smentita. Ma c’è chi però ironizza sul web ricordando che quello dell’intelligenza artificiale non è un problema teologico, e nemmeno filosofico, ma soprattutto pratico. A dire il vero, si potrebbe obiettare che non esistono problemi che non siano anche filosofici, ma indubbiamente il compito della commissione è quello di indagare su cose pratiche, mentre è meglio lasciare a scienziati e intellettuali la speculazione universale intorno all’argomento.

Ad ogni buon conto, Benanti non è l’ultimo arrivato, ma anche in questo caso fa specie che l’unico italiano presente nel Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite sia un prete. Che sia uno esperto non lo mettiamo in dubbio, ma possibile che nel nostro paese non ci sia un professionista del settore che si sia dedicato solo a tale materia specialistica? Barachini è comunque soddisfatto della scelta:

“Padre Benanti è il nuovo Presidente della Commissione AI per l’informazione. Professore della Pontificia Università Gregoriana, è l’unico italiano membro del Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite. In questi mesi di lavoro ho potuto conoscere la sua competenza e il suo equilibrio. Per questo sono onorato che abbia accettato l’incarico. Torniamo a lavoro dopo le feste natalizie con fiducia e con il desiderio di giungere presto ad una prima relazione da presentare al Premier Meloni e al collega Butti”.

Intelligenza artificiale, un nuovo step

A quanto pare il lavoro di Amato è stato motivo di imbarazzo anche per la stessa Premier Meloni, la quale già all’annuncio del suo incarico aveva storto il naso.

E l’intervento finale che lo stesso Amato ha offerto parlando della ricetta delle patate, ha fatto capire che quello non era il suo habitat, per usare un eufemismo. Benanti è invece stato inserito dal Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres, nel New Artificial Intelligence Advisory Board. Si tratta di una squadra di 39 esperti che nel 2024 dovrà fornire un resoconto generale sull’AI attraverso un summit al qual parteciperanno appunto i vari esperti messi insieme dalle Nazioni Unite. Per quanto riguarda invece le polemiche relative alla scelta di Amato, quest’ultimo ha dato le sue dimissioni dopo le parole della premier:

“Sul tema della commissione algoritmi, credo si sappia che non è stata una mia iniziativa e ho detto tendenzialmente quello che pensavo ma al di là di questo, non ho nulla da dire nello specifico al professor Amato, sono rimasta francamente basita dalle sue dichiarazioni che riguardano la Corte Costituzionale“.

Ecco dopo meno di 24 ore la replica di Amato, con la rassegnazione delle dimissioni:

“È una commissione della presidenza del Consiglio, e visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz’altro l’incarico. Peccato, ci perdono qualcosa… Ma a me semplificherà la vita”.

I punti chiave…

  • Amato si dimette dall’incarico come presidente Commissione Algoritmi, dopo le parole della Meloni;
  • al suo posto ora c’è padre Paolo Benanti, esperto in materia ed ex consigliere del Papa;
  • il curriculum del sacerdote ne giustifica la scelta, ma i social si scatenano e sostengono che l’intelligenza artificiale non è una questione teologica.