C’era grande attesa per lo studio che la commissione statale doveva dare in merito all’impatto dell’intelligenza artificiale sull’editoria e non solo. Come presidente di tale commissione è stato nominato l’85enne Amato, e la cosa fece un certo scalpore qualche mese fa, provocando anche qualche mugugno nella stessa premier Meloni. E cosa ha scoperto tale commissione a tal proposito?

Il primo intervento della commissione italiana sull’AI

L’AI generativa sta facendo discutere tutti, anche se inizia a serpeggiare qualche scetticismo in merito al fatto che si tratti o no di una vera novità.

In fondo, si parla di intelligenza artificiale da almeno un paio di decenni. Sicuri che tale tecnologia sia arrivata proprio oggi con OpenAI, o semplicemente i potenti della terra hanno deciso che era arrivato il momento di vendercela con maggiore insistenza? Il dubbio c’è, ma non è questa la materia di dibattito in questa sede. Stavolta si parla del made in Italy, ossia di come il nostro paese ha deciso di affrontare il problema, ossia incaricando un rappresentante della vecchia politica di studiare il caso e decidere sul da farsi. E dire che l’Inghilterra per lo stesso compito aveva incaricato Ian Hogarth, un 38enne che risulta essere uno dei massimi esperti mondiali in materia di machine learning.

La scelta di Amato aveva infatti fatto indignare non poco in occasione di questa nomina, ma ora è arrivato il momento di capire cosa questa commissione ha effettivamente fatto in questo mese e mezzo. Lo stesso Amato aveva risposto sarcastico agli scettici: “Mica devo costruire un computer?”. Ma cosa ha capito l’ex presidente del lavoro svolto dalla commissione algoritmi? La relazione finale sarà consegnata al sottosegretario Barachini, mentre ad oggi sono stati già ascoltati coloro che dovrebbero fare il punto della situazione riguardo l’interferenza dell’AI nel mondo dell’editoria.

In questa lunga indagine si ascolteranno le opinioni quindi dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, mentre è stato già interpellato l’Ordine dei Giornalisti.

Intelligenza artificiale, l’intervento di Amato

Quale sarà l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’editoria? Il rischio delle fake news è presente sin dagli albori di internet, e con l’AI si può perdere per sempre quella sottile differenza che esiste tra reale e virtuale. Inoltre, c’è da comprendere bene anche quali sono i rischi sul mondo del lavoro, con tante professioni che potrebbero essere soppiantate dal cervellone elettronico. Ad ogni modo, gli addetti ai lavori, ossia coloro che fanno parte di tale commissione, stanno elogiando il ruolo di Amato, il quale si sta limitando sostanzialmente a fare da coordinatore. La sua ironia è stata particolarmente apprezzata, anche se non tutti hanno capito l’analogia che ha utilizzato nel suo intervento:

“A me piacciono molto le patate. Grazie all’intelligenza artificiale, un giornalista in pochi istanti potrà sapere tutti i modi in cui posso cucinarle, così da arricchire il suo pezzo”.

In effetti, l’analogia non è affatto chiara, anche se sicuramente l’ex presidente voleva intendere che con l’AI i giornalisti ora hanno più mezzi a disposizione per curare i propri contenuti. In realtà, non serve l’AI per questo, basta sapersi documentare su internet, che è cosa diversa dall’intelligenza artificiale (per quanto anche gli algoritmi di Google ne utilizzino sostanzialmente i principi basilari). È grave però il fatto che in realtà sono proprio gli articolisti e i pubblicisti online (se non vogliamo utilizzare il termine di giornalisti) a rischiare il posto, visto che l’AI in teoria sarebbe ora capace di stilare tranquillamente un articolo, ad esempio una ricetta per cucinare le patate. E viene quindi da chiedersi cosa realmente Amato stia capendo dell’incarico che gli è stato affidato.

I punti chiave…

  • gli addetti ai lavori lo osannano, ma fa discutere il suo intervento sulla ricetta di patate;
  • probabilmente Amato non ha ancora capito quali sono i rischi dell’intelligenza artificiale;
  • l’editoria potrebbe essere proprio uno dei settori maggiormente colpiti.