Anche le Riforme istituzionali fanno parte dei cavalli di battaglia dei partiti in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Nei programmi dei partiti i punti chiave girano intorno a pensioni, lavoro, inflazione, ambiente ed energia e nuove riforme istituzionali. Troviamo anche la tanto discussa riduzione dell’orario di lavoro, fiore all’occhiello del M5S di Conte. Vediamo di seguito i punti chiave partendo dalle riforme istituzionali dei partiti del Centrodestra e Centrosinistra.

Le riforme istituzionali dei partiti del Centrodestra e Centrosinistra per le Elezioni del 25 settembre

Il Centrodestra vuole una riforma del sistema istituzionale che preveda l’elezione diretta del presidente della Repubblica.

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha anticipato che se andrà al governo proporrà l’introduzione del sistema presidenziale. Ossia saranno i cittadini ad eleggere un capo dello Stato con poteri esecutivi. Favorevole al sistema presidenziale anche Giorgia Meloni.
Il M5S, invece, vorrebbe introdurre la “sfiducia costruttiva” una misura che serve per rafforzare la stabilità dei governi e che prevede la mancata sfiducia ad un governo se il parlamento non vota la fiducia ad un altro. Inoltre punterebbe al diritto di voto ai 16enni.
Il PD, invece, vorrebbe che venga approvata una nuova legge elettorale che non dovrebbe avere le liste bloccate. Tra le riforme più discusse, quella proposta da Italia Viva e Azione: si parla della modifica della scelta del presidente del Consiglio, con l’introduzione del “sindaco d’Italia, tema già discusso in passato da Renzi. In pratica, il presidente del Consiglio dovrebbe essere scelto direttamente dagli elettori.

La riduzione dell’orario di lavoro a parità salariale

Aldilà delle riforme istituzionali, i partiti stanno puntando fortemente anche al tema lavoro, in un momento di profonda crisi, dove l’inflazione ha enormemente abbassato il potere di acquisto delle famiglie e gli stipendi sono bloccati.

La riduzione dell’orario di lavoro a parità salariale è la proposta proposta elettorale M5s. Si parla di 4 ore di lavoro in meno, quindi 36 ore settimanali contro le 40 attuali, considerando che in Italia la media delle ore lavorate è tra le più alte in Europa ma nonostante tutto la produttività non è migliore.