In Italia si ripete spesso che il lavoro manca. Se da un lato chi lo dice non ha effettivamente tutti i torti, dall’altra parte è vero anche che numerose aziende fanno fatica ad assumere per mancanza di competenze. E proprio a proposito di questo, ecco quali sono le 5 professioni più ricercate e – allo stesso tempo – difficili da trovare.

Mestieri difficili da trovare: le 5 professioni più ricercate dalle aziende

Uno dei lavori che mancano e che le aziende faticano a trovare riguarda la professione di ottico.

Questo non significa però che le imprese non vogliano più cercare. Luxottica, ad esempio, ha promosso da poco il programma Campus di Sailmoiraghi&Viganò, rivolto ai migliori 70 neodiplomati presso una delle scuole di ottica presenti in Italia: a tutti sarà corrisposto un premio di inserimento di 2.500 euro, mentre alle figure che più riusciranno a distinguersi verrà garantito un contratto a tempo indeterminato.

Un’altra professione che manca è quella dei giuntisti, cioè gli operai che collegano i cavi in fibra ottica per connettere gli edifici o realizzare le reti stesse. Secondo le stime attuali, servirebbero circa 15-16 mila giuntisti per portare a termine con successo il piano europeo della Gigabit Society, che consiste nella realizzazione di una copertura di rete di scuole, servizi amministrativi e trasporto pubblico con connessioni Internet a un Gigabit al secondo.

Lavori che mancano, c’è anche il camionista

Fino a 3 mila euro netti al mese e la certezza di una domanda destinata a crescere anche nel prossimo futuro: parliamo della figura dei camionisti, con una carenza stimata dalla Conftrasporti pari a 20 mila unità. Resta comunque il problema dei costi di accesso, visto e considerato che sono necessari almeno 5 mila euro tra patente e corso di formazione.

Complice la riapertura delle strutture ricettive post-pandemia, si registra un’alta domanda di cuochi e camerieri.

Nonostante la richiesta non manchi, a essere introvabili per le aziende sono gli stessi cuochi e camerieri.
La lista si conclude con gli esperti della sicurezza informatica. Anche in questo caso c’entra la pandemia, dal momento che l’aumento dello smart working ha reso necessario in contemporanea l’appoggio di profili professionali per garantire a privati e aziende la cyber security.

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