Quante volte mentre guidiamo l’auto capita di notare un altro automobilista che ci lampeggia per segnalare la presenza delle forze dell’ordine in un posto di blocco o magari la presenza di un autovelox? Da sempre, è un metodo universale per comunicare tra automobilisti. Il più antico del mondo è la segnalazione con i fari. Ma da alcuni anni ci sono anche i gruppi Telegram nati appositamente per segnalare i posti di blocco. Ma vi siete mai chiesti se ciò è legale?

Cosa si rischia a segnalare con i fari la presenza di autovelox o posti di blocco?

Insomma, segnalare con i fari la presenza di autovelox o posti di blocco o far parte di gruppi Telegram dove vengono segnalati gli stessi fa parte del reato di interruzione del pubblico servizio previsto dall’articolo 340 del Codice Penale si o no? In teoria chi segnala agli altri automobilisti la presenza di un posto di blocco, di fatto non permetterebbe alla polizia di operare e secondo il codice Penale questo comportamente prevederebbe anche fino a un anno di carcere.

Questa interpretazione, però, non trova d’accordo la giurisprudenza.

Di recente, infatti, i Giudici per le Indagini Preliminari di Genova, come riporta Virgilio Motori, hanno appurato che segnalare la presenza di posti di blocco non costituisce reato e interruzione di pubblico servizio. Questo anche se le segnalazioni si svolgono su chat di WhatsApp o Telegram. Essendo le chat chiuse, infatti, solo chi si iscrive ha l’accesso. Quindi il numero di partecipanti è molto limitato rispetto a quanti poi circolano sulle strade e la polizia può continuare a svolgere il suo dovere. Nonostante non sia definito reato, però, costituisce un illecito amministrativo per violazione del Codice della Strada come sostiene l’articolo 45 dove ci cita che sono vietati:

“la produzione, la commercializzazione e l’uso di dispositivi che, direttamente o indirettamente, segnalano la presenza e consentono la localizzazione delle apposite apparecchiature di rilevamento della velocità utilizzate dagli organi di Polizia Stradale per il controllo delle violazioni”.

Insomma, non si rischia il carcere ma una multa da 802 a 3.212 euro.
Allo stesso modo, chi non partecipa a chat su Telegram per segnalare posti di blocco, ma segnala con i lampeggianti alla vecchia maniera, rischia una multa salata. Come stabilisce l’articolo 153 del Codice della Strada, che parla di una sanzione da 41 a 168 euro.

Lampeggiare per segnalare ai posti di blocco o autovelox, si rischia una multa salata

Quello che è successo a un automobilista di Padova, come scrive la Repubblica, ne è la riprova. L’automobilista i primi di agosto aveva segnalato con i fari l’ubicazione di un autovelox ai conducenti provenienti dalla direzione opposta. L’uomo è stato multato con una sanzione di 29 euro poi diventata 40 euro.

Il protagonista, infatti, l’ha contestata affermando di non aver fatto nessun segnale luminoso. La polizia a suo dire avrebbe  accusato della stessa infrazione anche l’automobilista dopo di lui:

“Non ho firmato il verbale ed è iniziata la mia battaglia per vederci chiaro in questa incredibile vicenda. Sono passati oltre dieci giorni dal fatto, ma sia dalla polizia locale che dal Comune non ho ancora avuto nessun tipo di risposta. Non mi fermo di certo, a costo di andare in tribunale”.

Riassumendo

  • Segnalare con i fari la presenza di un posto di blocco della polizia o di un autovelox può costare una multa salata
  • Ancora più salata per chi fa parte di chat Telegram o Wa dove si segnalano i posti di blocco
  • Il fatto accaduto a un automobilista di Padova ha riacceso i riflettori su questo tema.