Dopo la pandemia di covid-19, che ci ha tenuti segregati in casa tra restrizioni e timori, il prossimo inverno rischiamo anche di rimanere al freddo a causa del razionamento del gas. Insomma, un’altra tegola sopra le nostre teste. Non bastavano, infatti, i rincari sulle bollette, la benzina e i generi alimentari: con il gas che tocca 315 euro a Megawattora, il tanto discusso piano di razionamento per tagliare i consumi accelera. Sapete cosa significa? Ebbene si, temperatura massima negli edifici a 19 gradi e un’ora in meno di accensione del riscaldamento.

Quello scenario che abbiamo sperato non avvenisse mai si sta davvero concretizzando a causa dell’allarme gas.

Allarme gas, il nuovo piano del governo per l’inverno

Il 31 di agosto, Gazprom chiuderà il gasdotto Nord Stream fino al 2 settembre e smetterà di inviare metano all’Europa. La Russia potrebbe decidere di vietare totalmente le forniture di gas, senza contare che i prezzi delle materie prime rischiano di salire ancora. Nel frattempo, il gas è arrivato a 315 euro a Megawattora. Si tratta di un rialzo temibile che ha causato anche prezzi dell’energia altissimi. Il governo si prepara quindi allo scenario peggiore: lo spegnimento un’ora prima dei riscaldamenti e una temperatura massima di 19 gradi. Nel frattempo, il ministero della Transizione ecologica sta pensando anche ad un piano più duro con interventi da attivare ancora prima dell’inverno. Lo scopo rimane quello di abbassare la domanda di metano e ridurre il consumo delle imprese e delle famiglie.

Due gradi in meno nelle case nel piano razionamento

L’Europa è pronta ad affrontare ogni scenario possibile. In Francia, ad esempio, già a luglio è stato approvato un piano per la riduzione dei consumi e in Germania, è stato annunciato un taglio del 15-20% ai consumi di gas.
Confindustria ha chiesto al governo di evitare l’abbassamento delle temperature nelle imprese, coinvolgendo nel progetto solo le abitazioni private.

Basterebbe ridurre di 3 gradi per risparmiare 30 milioni di metri cubi al giorno. Lo scenario peggiore, che però si spera sia evitato, porterebbe a dei tagli ancora più drastici. Nelle case, ad esempio, di potrebbe arrivare a ridurre la temperatura fino a 2 gradi, limitando anche l’orario di accensione. E non finisce qui. Ai negozi e locali si potrebbe chiedere di chiudere prima, mentre ai Comuni di ridurre l’illuminazione pubblica nelle strade.
L’estate sta finendo, come dice una nota canzone, e adesso è l’ora di fare i conti con le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina: il rischio di passare un inverno al freddo.