Cosa può fare l’Italia per non dipendere più dalla Russia per quanto riguarda le forniture del gas? Secondo il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani ci vorranno almeno 3 anni per sostituire completamente 30 bcm di gas russo con altre fonti grazie a delle misure strutturali.

Gas dalla Russia: ecco quanto tempo ci vorrà per non dipendere più

Nonostante tutto, per i prossimi due inverni sarebbe difficile assicurare a tutti la fornitura di gas in Italia. Il ministro, durante in una informativa urgente del Governo al Senato sull’incremento dei costi dell’energia, è stato molto chiaro al riguardo.

Le importazioni dalla Russia sarebbero aumentate in valore assoluto che in percentuale sui consumi, ha detto Cingolani, “dai circa 20 miliardi di cm (25% dei consumi) del 2011 ai 29 miliardi di metri cubi del 2021 (38% dei consumi)”.

Ecco spiegato il motivo per cui in Europa il flusso dalla Russia è quello che presenta i numeri più alti, senza contare che l’Europa sta pagando alla Russia 1 miliardo di euro al giorno. L’Italia possiede un sistema di approvvigionamento resistente rispetto ad altri paesi Ue e nel corso delle ultime settimane, come ha fatto notare ancora Cingolani, il governo si è mosso per attivare misure “con impattoa breve-medio termine, anche con missioni nei Paesi produttori (Qatar, Algeria, Angola, Congo), che si stima possano portare complessivamente a ridurre la dipendenza, dal gas russo per circa 20 miliardi di metri cubi l’anno“.

Il ministro ha parlato anche di importare energia elettrica dal Nord Europa

Che cosa potrebbe accadere durante il prossimo inverno? Oltre a delle misure per rendere più sicuro il sistema, il governo potrebbe agire per contingentare la domanda e l’accelerazione dell’efficientamento energetica, quindi, ad esempio, una sorta di flessibilità sui consumi del gas anche nel sistema termoelettrico. Il ministro ha parlato anche di importare energia elettrica dal Nord Europa per diminuire il consumo di gas.

Infine, per contenere l’impatto sui consumatori finali, il governo potrebbe anche praticare un’accisa mobile sui carburanti, quindi il maggior gettito dell’Iva potrebbe essere utilizzato per ridurre l’accisa e il prezzo alle pompe di benzina.

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