Comportamento scorretto, poiché anti-concorrenziale. È questo il sospetto che l’Unione Europea sta maturando in merito all’investimento in ChatGPT, l’intelligenza artificiale creata da OpenAI. L’azienda in questione ha fatto un accordo con Microsoft a gennaio scorso. Secondo indiscrezioni da Redmong sarebbero stati investiti almeno 10 miliardi di dollari per sostenere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma ora il rischio è che tutto possa saltare.

I sospetti dell’UE

C’è forse di più di una semplice collaborazione tra OpenAI e Microsoft per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

L’investimento in ChatGPT potrebbe nascondere un comportamento scorretto mirato a sfavorire la concorrenza in modo illecito. Ecco il breve comunicato rilasciato dall’UE in merito alla faccenda:

“La Commissione Europea sta verificando se l’investimento di Microsoft in OpenAI potrebbe essere rivisto ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni”.

Da mesi ormai l’intelligenza artificiale monopolizza il dibattito pubblico di esperti e intellettuali che si sono divisi sui pro e i contro che una tale tecnologia più offrire al mondo intero. Ora però l’UE si concentra su una problematica completamente diversa, quella relativa ad alleanze ed accordi economici che possono rappresentare un comportamento scorretto verso i competitor presenti nel libero mercato. A indagare è Margrethe Vestager, il commissario europeo per la concorrenza, che ha dichiarato:

“I mondi virtuali e l’intelligenza artificiale generativa si stanno sviluppando rapidamente. É fondamentale che questi nuovi mercati rimangano competitivi e che nulla ostacoli la crescita delle aziende e la fornitura dei prodotti migliori e più innovativi ai consumatori”. 

Insomma, assicurarsi il corretto funzionamento del mercato di questo settore in via di sviluppo è fondamentale proprio affinché tutte le aziende coinvolte procedano ad armi pari, o quanto meno senza il rischio che un competitor possa avvalersi delle sue in modo scorretto e illegale.

Investimento ChatGPT, qualcosa non quadra

Non sono certo una bazzecola i 10 miliardi di dollari investiti da Microsoft in ChatGPT di OpenAI.

L’Unione Europea vuole vederci chiaro, ma non è la sola. Anche Stati Uniti e Gran Bretagna stanno mostrando perplessità in merito a tale accordo. Nei mesi scorsi infatti l’autorità britannica CMA aveva mostrato lo stesso interesse nel voler capire quale fosse il reale scopo dell’accordo tra le due aziende, al fine di capire se tale investimento potesse alterare gli equilibri del mercato del settore. Allo stesso modo, la FTC americana starebbe raccogliendo informazioni per scoprire se ci sono degli illeciti su cui fare chiarezza attraverso un’indagine approfondita. Del resto, da tempo si chiacchiera del rapporto che intercorre proprio tra Microsoft e OpenAI, rapporto che aveva addirittura portato il fondatore di quest’ultima a passare con Redmond.

A seguito delle pressioni verificatesi dopo tale avvicendamento, Altman è poi tornato all’ovile, visto che molti altri dipendenti di OpenAI avevano minacciato l’azienda di passare in blocco con Microsoft. Lo stesso amministratore delegato di Microsoft, Satya Nadella, aveva dichiarato che l’azienda sarebbe stata disposta ad accogliere tutti i loro dipendenti, se fosse stato necessario. Insomma, tra OpenAI e Microsoft vige un rapporto di amore e odio che ora anche l’Unione Europea vuole capire meglio. I sospetti ci sono, e visto quanto sta diventando delicata l’intera faccenda che vede protagonista l’intelligenza artificiale, indagare sull’investimento in ChatGPT potrebbe essere una scelta molto saggia.

I punti chiave…

  • Microsoft ha investito 10 miliardi di dollari in ChatGPT, ma l’UE vuole vederci chiaro;
  • il sospetto è che tale accordo miri a sfavorire la concorrenza;
  • anche UK e USA stanno indagando per lo stesso sospetto.