Nonostante le incertezze, non usa mezzi termini il nostro premio Nobel per la fisica, Giorgio Parisi, il quale parla finalmente di intelligenza artificiale e ci dice la sua su quelli che possono essere i potenziali rischi di una tecnologia così potente e avanzata. Secondo lo scienziata italiano si tratta di un problema che la politica deve affrontare il prima possibile, in quanto l’AI va immediatamente regolamentata.

Un problema che può diventare anche politico

Siamo di fronte a un cambiamento epocale, forse un evento storico che trasformerà la nostra vita, ma non sappiamo ancora se in positivo o in negativo.

In sostanza è questo il concetto espresso dal premio Nobel del 2021, Giorgio Parisi. E francamente non possiamo che essere d’accordo con lui. Ormai, si parla di intelligenza artificiale ogni giorno e in ogni angolo della nostra vita ci accorgiamo che le sue implicazioni sono molteplici. Insomma, altro che Covid. Se pensavamo che la pandemia avrebbe modificato per sempre la nostra vita, alla fine ci siamo sbagliati di grosso, anzi probabilmente lo stesso Covid può essere letto come il casus belli che ha portato a uno sfrenato avanzamento tecnologico, progenitore della nuova AI generativa. Tutti infatti ricordano l’impatto grande che la pandemia ha avuto sulle imprese tech, le quali hanno migliorato le proprie ricerche sfruttando i fondi acquisiti dai vari lockdown.

Parisi ovviamente il tutto dalla sua prospettiva professionale, e guarda al futuro dell’intelligenza artificiale associandolo alle teorie quantistiche che sono argomento principe dei suoi studi: “Si stanno affacciando tecnologie quantistiche nuove che certamente cambieranno il futuro, anche se è difficile dire in quale direzione, però alla fine troveranno la loro strada”. Parisi parla di regolamentazione, al fine di evitare che il suo impatto possa andare fuori controllo e creare veri e propri disastri. Insomma, anche il nostro scienziato è in linea con gli altri colleghi esteri, i quali hanno proprio di recente rilasciato un documento nel quale si chiede addirittura uno stop.

Parisi probabilmente è meno drastico, e si dice altrettanto curioso di conoscere quali saranno le sue reali implicazioni, ma le preoccupazioni non mancano.

Intelligenza artificiale, dove ci porterà?

Intervistato dai giornalisti, Parisi prende ad esempio proprio l’impatto della stampa per fare un paragone comprensibile in merito all’intelligenza artificiale e alle sue possibili conseguenze nel mondo:

“L’intelligenza artificiale di 70-80 anni fa, i computer, è stata in grado di fare calcoli più velocemente degli umani. Quella di 40-50 anni fa riusciva a eseguire anche calcoli algebrici più rapidamente degli umani. Insomma, si va nella direzione in cui l’Ai sarà in grado di fare certe cose meglio di noi. Pensate alla capacità di fare traduzioni automatiche di un libro di 500 pagine in un minuto e con un buon risultato. Insomma, stiamo certamente aumentando la capacità dell’uomo. E come le macchine ci permettono di aumentare la nostra capacità manuale, così l’Ai ci consente di aumentare quella intellettuale.

Ma ci sono comunque dei pericoli. Per fare un esempio: oggi l’Ai rappresenta un cambiamento epocale paragonabile a quello della stampa, che ebbe un impatto enorme quando venne introdotta, ma la stampa è regolata da decine e decine di leggi. Immaginate cosa succederebbe se eliminassimo le norme sul diritto d’autore, o sulla responsabilità dei giornalisti. Anche l’Ai ha assolutamente bisogno di essere regolata. Le persone che vedono una foto hanno il diritto di sapere se è vera o artificiale per non perdere la certezza, che attualmente abbiamo, di dire che un fatto è realmente avvenuto. I cambiamenti devono essere controllati e regolati, altrimenti tendono a portare al disastro”.

I punti chiave…

  • anche il nostro premio Nobel, Parisi, si rivela preoccupato sull’AI;
  • il suo impatto potrebbe essere simile a quello avuto dalla stampa anni fa;
  • la soluzione unica percorribile sarebbe quella di regolamentarla prima che finisca fuori controllo.