Tra le tante app di intelligenza artificiale generativa prodotte quest’anno, ce n’è una che sta avendo grande successo ed è italiana. Stiamo parlando di Remini, opera della Bending Spoons. Ebbene, tale app è stata scaricata già da centinaia di milioni di utenti e ogni mese viene utilizzata da circa 70 milioni di persone. Lo scorso luglio è stata addirittura l’app più scaricata al mondo. Un record niente male per il made in Italy.
L’app che fa sognare il made in Italy
A luglio, per 10 giorni è stata l’app più scaricata.
Il software ha avuto una lunga gestazione. Il lavoro intorno a esso è infatti durato ben 3 anni, ma la sua funzione è molto semplice da spiegare. In pratica, offre una versione sintetica delle varie foto che vengono caricate sulla piattaforma. Caricando una decina di foto, si può quindi avere un’immagine sintetica della persona ritratta negli scatti. Luca Ferrari, amministratore delegato di Bending Spoons, ha detto:
“Le immagini di Remini sembrano foto della persona in situazioni e luoghi differenti, con varie caratteristiche: la si può far sembrare più giovane, più anziana, oppure la si può adattare alle esigenze di un curriculum o magari di una foto per un profilo di social media”.
Intelligenza artificiale, arriva l’italiana Remini
Sappiamo bene quanti rischi l’intelligenza artificiale si porta dietro e di recente anche importanti esperti del settore si sono espressi contro l’AI.
La scelta di comunicare i suoi dati con il dollaro è dovuta al fatto che al momento l’app ha il suo mercato prevalentemente negli Stati Uniti. Ma c’è da fidarsi di questa applicazione dell’intelligenza artificiale? In realtà, proprio per quanto detto prima in merito al parere di altri esperti, i rischi sono alti. Al momento però è il fatturato a parlare, in attesa che la politica regolamenti l’uso dell’AI generativa. Ecco le parole di Ferrari a riguardo:
“L’intelligenza artificiale è un po’ come i Lego: uno prende magari in licenza un modello open source, lo fa evolvere, ne crea uno proprio, fa lavorare i due modelli insieme e così via. Nel settore, il contagio e l’ibridazione avvengono costantemente. Lo stesso ChatGpt di OpenAi ha dietro svariati modelli di Ai, alcuni quasi certamente basati anche su licenze di proprietà intellettuale di terzi. Per Remini, la maggior parte della tecnologia l’abbiamo sviluppata noi, anche se ci siamo avvalsi dei migliori strumenti messi a disposizione da terzi. Un aspetto affascinante delle reti neurali è che hanno un’abilità di apprendere per certi versi simile a quella delle persone. Come un essere umano diventa più bravo quando ha migliori strumenti di apprendimento – per esempio, un insegnante più capace – così una rete neurale diventa più efficace al migliorare della qualità e della quantità delle informazioni fornite per il training. Per ottimizzare le nostre Ai, è anche utile il riscontro che riceviamo dai nostri utenti”.
I punti importanti
- azienda tutta italiana sta spopolando grazie al successo dell’app Remini;
- si tratta di un’app che usa l’intelligenza artificiale per creare foto virtuali;
- si prevede un fatturato vicino ai 380 milioni di dollari per la fine dell’anno.