Tutto fatto, Intel e Germania hanno stipulato un nuovo accordo che porta a 30 miliardi l’investimento per la creazione di microchip. C’era un accordo anche con l’Italia, ed era per un investimento di 4,5 miliardi, ora surclassato da quello tedesco. Il problema è che anche questa possibilità sembra ora svanire, cosa disastrosa anche per il lavoro nel nostro paese.

Un problema non da poco

È un investimento importante quello che Intel e Italia stavano costruendo. 4,5 miliardi di euro, una cifra non esagerata, ma comunque interessante.

L’accordo prevedeva la creazione di microchip, elemento a quanto pare non poco carente nel nostro continente. Ciò avrebbe comportato anche una piacevole conseguenza, ossia la creazione di nuovi posti di lavoro. Va da sé quindi che la prospettiva di vedere svanire tale accordo è a dir poco disastrosa. Tutta colpa della Germania. I tedeschi hanno aumentato il loro investimento con Intel portandolo ora a ben 30 miliardi di euro. I media infatti riportano che la Germania ha concesso a Intel una sovvenzione di 9,9 miliardi di euro in cambio di un quasi raddoppio degli investimenti dell’azienda americana in terra teutonica.

Il governo di Olaf Scholz sta facendo di tutto per aumentare il tasso occupazionale già alto del proprio paese. La carenza di microchip sopra citata si è rivelata essere la soluzione vincente, i classici due piccioni da prendere con una fava, come si suol dire. In arrivo due impianti di semiconduttori a Magdeburgo, nella Sassonia-Anhalt (est). E l’Italia? I nostri stanno a guardare. La fabbrica da costruire con i fondi dal valore di 4,5 miliardi sembra ora addirittura un miraggio. Si tratta davvero di un problema non da poco per il Governo Meloni. Intanto, Scholz prende una boccata d’ossigeno dopo un bilancio economico non proprio esaltante nell’ultimo periodo. Ad ogni modo, con questa mossa la Germania si assicura un nuovo rafforzamento a livello politico in tutta l’Europa.

Intel e Germania, i tedeschi fanno sul serio

Un colpaccio davvero notevole, non c’è che dire. Con questa mossa tra Intel e Germania, i tedeschi non solo si assicurano migliaia di nuovi posti di lavoro, ma anche una posizione di un certo rilievo nel settore altamente strategico della microelettronica, cosa che rafforzerà non poco la sua posizione politica in Europa e non solo. A tal proposito il premier ha detto: “La Germania sta per diventare uno dei maggiori siti di produzione di semiconduttori al mondo”. Qual è la situazione dell’Italia a questo punto? Se i tedeschi se la ridono, gli italiani molto meno, soprattutto dopo che i rapporti tra Intel e il nostro Governo non hanno portato a nuovi sviluppi.

Nel 2022 la multinazionale statunitense aveva annunciato un investimento fino a 4,5 miliardi per costruire un sito di confezionamento di chip nel nostro paese. I siti erano stati individuati in Sicilia, Veneto e Piemonte. A quanto pare però Intel non è convintissima della cosa, se è vero che ha già investito nelle ultime settimane ben 58 miliardi per impianti da realizzare in Polonia, Israele e appunto Germania. La multinazionale statunitense dice che comunque le interlocuzioni con il nostro paese sono ancora aperte. Forse attendono un investimento più sostanzioso da parte dell’Italia? Se così stanno le cose, allora possiamo anche metterci l’anima in pace e accettare che verremo tagliati fuori da questo progetto tanto ambito che riporterà alla ricostruzione dei microchip in Europa.

Riassumendo…

  • Intel e Germania trovano nuovo accordo, 30 miliardi per la costruzione di microchip;
  • l’Italia era ferma a 4,5 miliardi, ma il progetto rischia di svanire;
  • il mancato accordo tra il nostro Governo e il colosso statunitense farebbe dire addio a migliaia di nuovi posti di lavoro.