“Hanno ucciso l’Uomo Ragno, non si sa neanche il perché. Avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè. Alla centrale della polizia, il commissario dice: “Che volete che sia“. Quel che è successo non ci fermerà. Il crimine non vincerà“, cantavano gli 883 con il brano Hanno ucciso l’Uomo Ragno. In assenza dell’intervento di eventuali supereroi come l’uomo ragno, ad occuparsi della sicurezza di un Paese ci pensano le forze dell’Ordine.

Quest’ultime, infatti, hanno il compito di mantenere l’ordine pubblico e controllare che tutto prosegua per il verso giusto.

Ma non solo, sono sempre pronti ad intervenire per garantire un valido aiuto e supporto ai cittadini in difficoltà. Un lavoro indubbiamente importante a cui non sempre corrisponde un’adeguata ricompensa dal punto di vista economico. Lo sanno bene i poliziotti che in tale ambito hanno avanzato richiesta all’Inps per garantire un trattamento pensionistico uguale per tutte le forze dell’ordine. Ecco il motivo.

Inps, la richiesta dei poliziotti: pensioni uguali per tutte le forze dell’ordine

Come si evince dalla pagina Facebook “Sostenitori della Polizia di Stato”, l’Associazione Pensionati della Polizia di Stato Roberto Antiochia ha deciso di scendere in campo per quel che riguarda un tema particolarmente importante come quello delle pensioni. Dopo le manifestazioni dello scorso 27 maggio a Roma e il sit in del 21 giungo a Napoli; questa volta è stato organizzato un sit in per mercoledì 19 luglio, in via Ciro Il Grande, nella Capitale. Il tutto proprio davanti alla sede dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale per rivendicare i propri diritti.

In particolare l’Associazione chiede di ricevere un trattamento uguale a quello delle altre forze dell’ordine che operano sul territorio italiano. Quest’ultime, infatti, beneficiano di aliquote e pensioni più alte rispetto a quelle riconosciute al personale in quiescenza della Polizia di Stato.

  In passato i poliziotti si sono già rivolti al Tar per la previdenza complementare non riconosciuta. L’ente ha diffidato l’Inps per applicare il 2,44% sui trattamenti pensionistici che ancora ad oggi non sono stati oggetto di aggiornamento.

Le parole del presidente dell’Associazione

Hanno inoltre provveduto ad inviare delle denunce a Strasburgo. Una per presunta discriminazione, poiché gli uomini e le donne che lavorano per la Polizia di Stato non devono essere discriminati. Un’altra denuncia per il danno subito in seguito alla legge di bilancio 234/2021 che prevede l’applicazione del 2,44% solamente dal 1° gennaio 2022. A tal proposito, sempre come riportato sulla pagina Facebook Sostenitori Della Polizia di Stato, il presidente dell’Associazione ha riportato il seguente esempio:

“Un poliziotto e un appartenente, ad una forza di polizia ad Ordinamento militare, entrambi arruolati nel 1985 e in quiescenza dal 2019. Entrambi con una anzianità contributiva al 31.12.1995 inferiore ai 18 anni. Per il poliziotto si applica l’aliquota del 2,44% ( art. 54 del DPR 1092/73 ) dal primo gennaio 2022 con aggiornamento del ratio pensionistico di circa 40 euro al mese. Per il dipendente della forza di polizia ad ordinamento militare (ma anche ad alcune figure equiparate dei Vigili del fuoco e della forestale), invece, vi è l’aggiornamento del ratio della pensione con aliquota al 2,44% dalla data di pensionamento e quindi dal primo febbraio 2019 con tutti gli arretrati dal 2019 fino ad oggi”.