Negli ultimi mesi si è fatto un gran parlare dell’inflazione, soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. La crisi economica è fortemente condizionata da questo problema. Ma cos’è precisamente l’inflazione? A farci un quadro esaustivo del problema è il professor Mario Rossi, docente di Economia Politica alla Sapienza di Roma.

Un problema che sarà difficile superare

Persistente aumento dei prezzi con costi che aumentano e potere d’acquisto che diminuisce. Questa è l’inflazione, detta in parole povere. Ma perché sarà così difficile superarla? Innanzitutto, il professor Rossi ci spiega che non sempre l’inflazione è un male.

Ma bisogna ben distinguere tra quella leggera e quella eccessiva. Un po’ di inflazione si verifica quando c’è una sorta di eccesso di moneta, ossia troppo denaro nel sistema. E ciò, come dicevamo, non è un dato negativo. Il problema però è quando arriva al 10 o addirittura al 20%. In questo caso infatti l’aumento dei prezzi non è accompagnato da un adeguato aumento di produzione, e quindi il paese inizia a soffrire una pesante crisi economica.

Ma cosa fa precisamente l’inflazione, a livello pratico? Ecco le parole del professor Rossi a tal proposito:

“Chi non può adeguarsi ai prezzi vede calare il proprio potere d’acquisto, che sia del reddito o del patrimonio. Allo stesso modo, chi ha dei debiti da pagare li vede diminuire. Per questo lo Stato è avvantaggiato: il debito pubblico risulta più basso, in termini reali. L’inflazione distribuisce ricchezza, questo è il suo impatto fondamentale: la prende da chi ha patrimoni e la distribuisce a chi ha debiti; la prende da chi ha un reddito fisso, come dipendenti e pensionati, e la dà a chi ha il potere di modificare i prezzi dei loro beni e servizi, come liberi professionisti e aziende”.

Inflazione, quale soluzione per risolvere il problema?

C’è chi suggerisce di alzare pensioni e salari per risolvere il problema dell’inflazione, ma secondo il professor Rossi non è questa la soluzione giusta.

Già negli anni 60 si provò a far ciò, e il risultato non fu positivo. Infatti, adattando i salari all’inflazione si rischia che tale problema diventi strutturale. Secondo Rossi le ragioni di questa inflazione attuale hanno radici nel 2008, quando il “Whatever it takes” di Draghi, allora a capo della Banca Centrale Europea, acquistò titoli di stato a qualunque prezzo. Per farlo, stampò nuova moneta e inondò il mercato di liquidità. Tale liquidità è rimasta nei forzieri per tanto tempo, ma oggi se ne vedono gli effetti, poiché quando c’è troppa moneta, come abbiamo visto, o aumenta la produttività o aumentano i prezzi.

Naturalmente, la miccia è stata la guerra in Ucraina, ed è questa che ha messo in moto il problema dell’inflazione. Come se ne esce?

“Il modo più rapido per stroncare queste aspettative è mostrare chiaramente che si ha l’intenzione di combattere l’inflazione. Così si convince il pubblico a seguire la stessa tendenza. All’atto pratico, questo si traduce nell’aumentare rapidamente i tassi di interesse […]. Le previsioni dicono che serviranno alcuni anni, due o tre. In questo periodo dovremo attenderci tassi di interesse più elevati, anche sui mutui”.

In sintesi…

  • secondo gli esperti serviranno almeno due o tre anni per uscire dal problema dell’inflazione;
  • lo scoppio della guerra in Ucraina è stata la miccia che ha fatto scattare il problema, il quale però aveva radici più lontane;
  • le conseguenze di questa crisi nell’immediato saranno tassi di interesse più alti, anche sui mutui.