Botta e risposta tra la premier Meloni e il CEO del gruppo Stellantis, Tavares. La Giorgia nazionale accusa il gruppo di favorire la Francia, l’imprenditore la attacca sugli incentivi auto, a suo dire arrivati con colpevole ritardo. Il primo colpo dello scontro è arrivato in tv durante la trasmissione Quarta Repubblica.

Tensione alle stelle

Durante la sua partecipazione alla trasmissione Quarta Repubblica, la nostra premier Giorgia Meloni è stata chiamata a commentare un articolo di Repubblica intitolato l’Italia in vendita e contenente dure critiche sulla privatizzazione operata dal Governo.

La Meloni, risentita, ha così commentato: “Bello tutto, ma che questa accusa arrivi dal giornale di proprietà di quelli che hanno preso la Fiat e l’hanno ceduta ai francesi, che hanno trasferito all’estero sede fiscale e legale…”. Insomma, intervento a gamba tesa nei confronti della famiglia Agnelli, rea sempre secondo la premier di aver anche svenduto le sedi delle storiche aziende italiane. Sembrava essere finita lì, e nessuna replica era arrivata dalla controparte. La Meloni però ha rincarato la dose qualche giorno dopo, quando ha accusato Stellantis di aver effettuato la fusione con Isa per favorire i francesi.

“Oggi nel cda di Stellantis siede un rappresentante del Governo francese e non è un caso se le scelte industriali del gruppo tengano in considerazione molto più le istanze francesi rispetto a quelle italiane. Il risultato è che si produce più in Francia che in Italia” ha detto la Meloni. A questo punto, la reazione di Stellantis non poteva più aspettare ed è andata a colpire sugli incentivi auto. Il Ceo Stellantis Carlos Tavares ha infatti dichiarato che tali incentivi finalizzati a favorire l’acquisto di auto elettriche, sono arrivati in colpevole ritardo:

“Se dobbiamo assorbire il 40% dei costi non ci si può aspettare che lo faremo senza nessun cambiamento nella società. Abbiamo più di 40 mila dipendenti in Italia che lavorano molto duramente per adattare l’azienda alla nuova realtà che è stata decisa dai politici”.

Incentivi auto, Stellantis non è contenta

Duro attacco di Stellantis alla politica, il CEO fa capire che purtroppo alcune scelte sono dettate dal fatto che la politica ha reso impossibile fare altrimenti.

Il clou della vicenda poi, come detto, si sposta sugli incentivi auto:

“In questo momento stiamo investendo moltissimo nelle tre gigafactory europee, di cui una è in Italia a Termoli, dove stiamo trasformando lo stabilimento in una gigafactory. E cosa otteniamo? Critiche. Non credo che i dipendenti italiani lo meritino. Chiediamo al governo da nove mesi di sostenerci nella produzione di veicoli elettrici. Se vogliamo raggiungere il traguardo di un milione di veicoli prodotti, dobbiamo avere sostegni alla produzione. Vorrei ringraziare il governo che lancerà a febbraio i nuovi incentivi, ma abbiamo perso nove mesi. A Mirafiori, dove si fanno solo auto elettriche, avremmo potuto produrre di più”.

Non solo vendite, quindi, ma anche aiuti per la produzione di auto. E in questo, secondo Tavarrez, il Governo Meloni è mancato. Tavares ha poi offerto parole piccate anche per il ministro Urso, che da tempo insiste sulla necessità di avere un secondo produttore di uno in Italia: “Se il governo vuole portarlo, lo faccia. Siamo pronti a lottare, a competere, i nostri dipendenti sono pronti, ma bisogna pensare anche alle conseguenze. Noi vogliamo proteggere gli stabilimenti italiani. Vedremo poi le conseguenze, vedremo se sarà stata una scelta buona, una decisione positiva per l’Italia”. Insomma, tensione ai massimi livelli tra il Governo e Stellantis, e l’impressione è che lo scontro sia solo all’inizio.

I punti chiave…

la Meloni attacca Stellantis in tv durante il programma Quarta Repubblica;

il CEO Tavares risponde per le rime e accusa il governo di aver lanciato gli incentivi auto in ritardo;

botta e risposta che porta la tensione tra le due parti alle stelle.