Non tutti saranno d’accordo ma secondo una ricerca pubblicata nel 2015 sulla rivista “Cdc Preventing Chronic Disease” andando in pensione dopo i 65 anni si vivrebbe meglio!

In molti desiderano uscire presto dal lavoro per godere del tempo libero dedicandosi a viaggi, hobby o ad attività che durante la vita lavorativa non hanno potuto fare. Inoltre c’è chi vede la pensione come un momento per rilassarsi finalmente facendo, magari, attività di volontariato o impegnandosi in attività sociali.

Lo studio su indicato, svolto su un campione di 83 mila persone over 65, ha dimostrato che posticipare il pensionamento rallenta il declino cognitivo e consente di sfuggire all’isolamento sociale.

Ripetiamo: non tutti sono però d’accordo su questa tesi. Ma vediamo cosa ha comunicato Milena Gabanelli nel suo DataRoom.

Gli italiani sono un popolo tra i più longevi al mondo

Tra i paesi più longevi al mondo c’è oltre al Giappone anche l’Italia. Nel nostro paese, infatti, nel 2023 l’aspettativa di vita è arrivata in media a 84,2 anni. Dai dati dell’Ocse si evince che gli italiani in media trascorrono 24 anni in pensione e secondo l’analisi di Bloomberg circa 16-18 in buona salute.

Purtroppo l’Italia è il paese più anziano d’Europa e per conservare l’attuale tenore di vita ed evitare che vi siano delle spese sociali molte alte, è necessario fare qualcosa.

Secondo le proiezioni Istat, infatti, nel 2050 i pensionati saranno il 34,9% dell’intera popolazione contro il 34,9% di oggi. Che fare allora? Posticipare la pensione dopo i 65 anni è una delle strategie adottate negli ultimi anni da paesi che assomigliano demograficamente all’Italia. È vero che con la Legge Fornero l’età per andare in pensione è slittata a 67 anni ma è pur vero che ci sono delle norme che permettono l’uscita anticipata tra i 62 e i 63 anni.

Ci sono ancora pensionati che continuano a lavorare

Sono molti coloro che vanno in pensione dopo i 65 anni e continuano a lavorare.

Come comunicato nel DataRoom di Milena Gabanelli in tutto sono 383.600 mila e di questi quasi la metà raggiunge i 70 anni.

Essi non gravano sulle finanze pubbliche perché, nonostante incassino la pensione, continuano a versare i contributi. La maggior parte di coloro che prosegue per questa strada sono gli uomini (il 74,8%) che vivono al Nord (65%) e che svolgono un lavoro indipendente (65%).

In pensione dopo i 65 anni? Si vive meglio!

Il numero di coloro che continua a lavorare dopo i 65 anni, nonostante la pensione, è cresciuto molto nel nostro paese. Sicuramente il paese più anziano del mondo è il Giappone dove l’uscita dal lavoro è a 65 anni. Nel 2019, però, il governo ha invitato le grandi aziende a trattenere nell’organico anche i settantenni. Tale proposta è stata seguita tanto che una ricerca del 2022 ha comunicato che su 230 mila aziende con più di 21 dipendenti, almeno il 25,6% ha seguito la raccomandazione. L’incentivo però c’è: chi posticipa l’uscita dal lavoro, infatti, ogni mese ha un aumento dello 0,7% sulla futura pensione. Significa che dopo 5 anni, l’assegno sarà più corposo del 42%. In più dopo i 70 anni il pensionato lavoratore non dovrà versare più i contributi.

Anche negli Stati Uniti se si decide di posticipare la pensione si hanno dei privilegi come un incremento annuo del 6%. La Svezia ha poi iniziato già dagli anni ’90 a contrastare il pensionamento anticipato. Nel 2023 essa si può chiedere dai 63 anni mentre dal 2026 dai 64 anni.

Ricordiamo, però, che con la legge Fornero in Italia si esce dal lavoro a 67 anni, uno dei dati più alti in tutta Europa e che l’importo che si percepisce non è paragonabile a quello degli altri paesi.

A chi si chiede, poi, se queste strategie toglieranno lavoro ai giovani, il DataRoom risponde di no.

Secondo le statistiche, infatti, dove più ci sono occupati over 65, minore è la disoccupazione giovanile.

Il problema dell’invecchiamento della popolazione c’è e nel prossimo futuro ci potrebbero essere gravi problemi per le politiche di welfare. Diceva Catherine Pulsifernon si può mai sapere cosa riserva il futuro, ma possiamo fare del nostro meglio per prepararci ad affrontarlo.”

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