È allarme acqua in molte regioni italiane e il governo Draghi sta pensando a un decreto siccità che dovrebbe essere emanato entro la fine del mese di giugno. Le regioni più coinvolte chiedono a gran voce lo stato d’emergenza, mentre decretano quello di calamità. La situazione rischia di diventare ancora più drammatiche nelle prossime giornate, quando si attende una nuova ondata di caldo africano con temperature che potrebbero sfiorare i 40° in più aree del Paese. Il ‘decreto siccità’ dovrebbe presentare le prime misure in vista della riduzione degli sprechi, tra cui razionamenti e possibili stop notturni.

La priorità deve essere data ai bisogni primari e si potrebbe andare verso il divieto di riempire le piscine.

Razionamenti e uso dell’acqua solo per scopi umani e agricoli, cosa sta succedendo in alcune regioni

Il decreto siccità sarà poi applicato dalle singole regioni mediante ordinanze e un coordinamento costante con la Protezione Civile. L’emergenza maggiore proviene dal comparto agricolo, dove si rischia la catastrofe. In alcuni casi, le ordinanze sono già in vigore perché la situazione è già ora insostenibile. Molti comuni, ad esempio, hanno attivato il divieto di riempire le piscine o irrigare i giardini. In alcuni casi, sono previste già delle interruzioni notturne.
I governatori delle regioni maggiormente coinvolte chiedono lo stato d’emergenza per poter limitare l’uso dell’acqua soltanto per scopi umani e agricoli. Ma chiedono anche che i fondi del Pnrr vengano utilizzati per realizzare un numero maggiore di invasi. Lo stato d’emergenza potrebbe arrivare presto, ma il vero problema è che comunque non servirà per interventi di carattere strutturale. Sarà utile però per l’ottenimento dei ristori e per attivare le risorse necessarie, ad esempio le autobotti, per i comuni o le aree dove l’acqua potrebbe scarseggiare. Un’altra richiesta è quella dell’utilizzazione massiccia dell’acqua dei laghi, ma il processo non è semplice.

La situazione nelle regioni più colpite e mancanza acqua potabile, in attesa del ‘decreto siccità’

Mentre dunque si attende il ‘decreto siccità’, la situazione in alcune zone del Paese è la più grave da quando se ne ha memoria. Un grave problema è la mancanza dell’acqua potabile. In Piemonte sono almeno 145 i comuni in allarme (Novarese e Ossolano), e una medesima situazione si registra nell’area del Delta del Po, nella Bergamasca e sull’Appennino parmense. L’Emilia Romagna sta per decretare lo stato di calamità, mentre nel Lazio, il governatore Zingaretti parla di situazione grave anche nella provincia di Roma e chiede ai comuni di prendere le prime misure per contenere gli sprechi. A Frosinone e Latina, invece, l’erogazione dell’acqua è già sospesa nella fascia oraria compresa tra le 12 e le 18. Si tratta comunque di misure insufficienti, perché l’unica soluzione sarebbe la pioggia. Ma non sembra che arriverà nei prossimi tempi, anzi l’estate si annuncia una delle più torride di sempre e di perturbazioni in arrivo neanche l’ombra.
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