Dopo che l’ad di Conad, Francesco Pugliese, si era schierato a favore dell’obbligo del Green Pass per i dipendenti dei supermercati, anche altre catene della Gdo si sono dette favorevoli, ma senza che tutto ciò comporti un costo per le aziende. In sostanza, non intendono accollarsi il costo dei tamponi.

Dopo Conad altre catene sono d’accordo con il Green Pass obbligatorio

Le parole di Pugliese avevano giorni fa scatenato molte polemiche da parte dei no-vax pronti a boicottare i supermercati Conad.

Il Governo sta intanto decidendo quando e soprattutto quali saranno le categorie per cui sarà richiesto il pass verde. Ad oggi sembra quasi certo che la Certificazione Covid sarà obbligatoria per i dipendenti statali, ma anche per alcune categorie private che operano a contatto col pubblico.

Per i dipendenti dei supermercati si è già espressa Donatella Prampolini, presidente di FIDA-Confcommercio secondo cui “Mettere in sicurezza i lavoratori significa anche prevedere l’obbligo di vaccino o green pass. Riteniamo indispensabile prevedere quest’obbligo per tutto il personale che lavora nei supermercati e nei negozi alimentari di prossimità. La normativa attuale non ci consente nemmeno di chiedere chi è vaccinato, ma sappiamo che già all’interno dei lavoratori cominciano a nascere tensioni tra chi è vaccinato e chi no”.
Anche Federdistribuzione, che unisce varie catene tra cui Esselunga, Pam, Lidl e Carrefour è d’accordo all’estensione del Green Pass per i dipendenti, considerato come un mezzo fondamentale per la sicurezza.

No ai tamponi a carico delle aziende, dipendenti in aspettativa non retribuita

Tutti però sembrano concordi nel ritenere che servono regole chiare e che eventuali costi non debbano ricadere sulle aziende, in parole povere le aziende non intendono sobbarcarsi il costo dei tamponi.
In una nota, anche Coop ha fatto sapere di essere concorde con il Green Pass per i dipendenti dei supermercati, precisando che “vanno sostenute e incentivate tutte le soluzioni per aumentare la quota di vaccinati, lasciando ai tamponi un ruolo integrativo marginale”.

Dello stesso avviso anche il presidente di Distribuzione Italiana, che rappresenta i marchi Sigma e Sisa, che ha precisato di non avere intenzione di accollarsi i costi dei tamponi, per cui i dipendenti che non vogliono vaccinarsi saranno messi in aspettative non retribuita.

I sindacati, invece, fremono affinchè le aziende paghino i tamponi come ha precisato il segretario generale della UIL, Pierpaolo Bombardieri, a 24 Mattino su Radio 24. Per la Cgil invece, è fondamentale che il Governo si assuma la responsabilità dell’obbligo vaccinale per tutte le categorie di lavoratori.

Vedi anche: Green pass obbligatorio: Conad manda a casa chi non si vaccina