Dal 10 ottobre il Green Pass sarà esteso a nuove categorie di lavoratori. Dopo medici, operatori sanitari, insegnanti, personale scolastico, operatori delle Rsa e dipendenti della pubblica amministrazione per cui si attende il nuovo decreto a breve, restano in bilico le aziende private ma entro metà del prossimo c’è tutta l’intenzione di arrivare ad un punto.

Per chi è già obbligatorio il Green Pass e per chi lo diventerà

Si attende un nuovo incontro i prossimi giorni, anche se le mosse del Governo sembrano molto chiare.

Per i settori in cui i clienti sono obbligati a mostrare il Green Pass, anche i lavoratori dovranno averlo. Si parla, quindi, di baristi, camerieri, ristoratori, istruttori sportivi e in generale i settori per cui il Certificato Verde è necessario per i clienti.
L’obiettivo del Governo è molto chiaro: cercare di frenare la risalita della curva epidemiologica, soprattutto durante le prossime settimane con l’arrivo delle stagione autunnale. Per evitare nuove chiusure, la strada della Certificazione Verde Obbligatoria appare l’unica praticabile prima di arrivare all’obbligo vaccinale. Giovedì mattina è in programma una nuova cabina di regia che dovrebbe chiarire le cose e poi il consiglio dei ministri.

Ritorno in presenza anche per i dipendenti statali

Intanto, Brunetta ha anticipato il ritorno in presenza per l’85% dei dipendenti che operano in smart working, non prima che il Green Pass diventi obbligatorio per tutte le categorie indicate. Bisognerà quindi aspettare ottobre per il ritorno negli uffici degli statali.
Sempre entro ottobre si punta al Green Pass obbligatorio anche per titolari e dipendenti di bar e ristoranti e poi contemporaneamente per i dipendenti di palestre, piscine, circoli sportivi, cinema, teatri, sale concerti e sale da gioco, parchi tematici, addetti al ricevimento in fiere, eventi e convegni.

Quasi certamente saranno inclusi anche gli addetti ai trasporti di lunga percorrenza, quindi chi opera a bordo navi, treni, aerei e bus.

Per le aziende private è ancora in corso l’accordo tra Confindustria e sindacati, una trattativa che verte anche sul pagamento dei tamponi per i lavoratori che non hanno intenzione di vaccinarsi.

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