Fa discutere in maniera preoccupante la presenza del granchio blu nelle acque del Mediterraneo. Considerato dagli esperti un vero e proprio alieno, visto che si tratta di una specie esotica che è arrivata dalle nostre parti in cerca di condizioni più favorevoli, sempre più frequentemente finisce nelle reti dei pescatori nostrani, provocando non pochi danni al pescato. Non di rado, però, finisce anche sulle nostre tavole. Quanto costa, ma soprattutto, si tratta di una specie pericolosa?
Cosa sta succedendo al Mediterraneo?
Le condizioni climatiche sono in continuo mutamento.
Solo nel paese nordamericano, dove sono nativi, nel 2021 sono state pescate oltre 53 mila tonnellate di granchio blu per un valore di 240 milioni di dollari. Da qualche anno, questa specie, insieme ad un’altra molto simile (il granchio blu nuotatore) è arrivata anche nel Mediterraneo. Si tratta di un crostaceo dalle chele particolarmente forti e resistenti, capaci di rompere le reti e rovinare la pesca. Il suo nome scientifico è Callinectes sapidus. A studiarlo da diverso tempo con particolare attenzione è Lucrezia Cilenti, Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Cnr, la quale afferma:
Il Mediterraneo è cambiato, si è surriscaldato. E abbiamo specie che arrivano da più parti del mondo a causa della globalizzazione, dei trasporti, per esempio anche per l’apertura del canale di Suez”.
Perché è pericoloso?
Quando si parla di pericolosità, in questo caso si intende l’impatto che l’animale esotico può avere sulla fauna marina.
Le soluzioni che alcuni paesi del Mediterraneo hanno adottato sono state inizialmente poco incisive. Si era pensato a promuovere la cattura accidentale, al fine di limitarne la presenza. Si è poi optato una sua soluzione più pratica, ossia la commercializzazione. In Spagna, infatti, si è sviluppato un importante mercato locale.
Granchio blu, quanto costa?
Visto che quindi deve necessariamente finire sulle nostre tavole, quanto costa questo granchio blu? Innanzitutto, partiamo col dire che la sua pericolosità è relativa soltanto al già citato impatto ambientale. Si tratta infatti di un animale commestibile, quindi lo si può tranquillamente cucinare e mangiare. Nell’Adriatico, dove è particolarmente presente, lo si vende a 5 o 6 euro al chilo e la pesca si sta rivelando essere particolarmente proficua. A Chioggia il prezzo varia in base alla stagione.
In estate costano 3 euro al chilo, mentre in inverno il prezzo arriva fino a 8 euro. I prezzi però appena elencati si riferiscono al costo richiesto dai pescatori. Mentre ai mercati locali viene venduto anche a 15 euro al chilo. Insomma, un costo medio quando si parla di specie marine, ma che può generare un verto profitto a tutto il sistema.