Rimanere al top comporta uno sforzo non da poco per tutti e in qualsiasi campo. Anche per Google le cose non sono diverse. Ma quanto spende precisamente Big G per conservare la sua posizione di vertice tra i motori di ricerca? Ormai da anni e anni il colosso di Mountain View ha conquistato la sua posizione a tal punto da oscurare tutti gli altri competitor del settore e a quanto pare non mancano strategie discutibili per conservare tale posizione.

L’accusa dell’Antitrust

Il potere di Google è così grande che per la stragrande maggioranza degli internauti rappresenta l’unico motore di ricerca esistente.

Per molti Google è identificato con lo stesso web, come se fosse un’unica cosa. In realtà, è appunto uno dei tanti motori di ricerca che filtra i risultati presenti nell’internet. Bing e Yahoo (anche se quest’ultimo oggi è molto in calo) sono gli unici due competitor che possono godere ancora di una certa fama in questo senso, mentre nomi come Baidu, Yandex, DuckDuckGo, Startpage, Ask.fm e Gibiru non dicono invece assolutamente nulla alla stragrande maggioranza delle persone. Negli USA il 90% degli americani lo usa per fare ricerche sul web. Nel resto del mondo la percentuale rimane altissima, si parla dell’86%.

Ma come ha fatto Big G a conquistare una tale posizione di potere ed in modo così netto e assoluto? Oltre ai meriti indiscutibili degli addetti ai lavori, c’è chi ci ha visto anche comportamenti illeciti. Il 12 settembre scorso l’Antitrust ha roto qualche uova nel paniere del colosso di Mountain View. In tale data infatti il Dipartimento di Giustizia americano ha portato l’azienda a processo con l’accusa proprio di aver generato un vero e proprio monopolio illecito al fine di conservare la sua attuale posizione. Secondo l’accusa infatti Big G si sarebbe macchiato di pratiche sleali al fine di eclissare completamente la concorrenza.

Si parla di spese elargite in segreto ad altre aziende per mantenere questo status quo.

Google, quanto spende per rimanere il numero uno?

L’accusa è chiara; Google paga per restare al top, e questo non è certo un comportamento lecito verso la concorrenza e il mercato in generale. La spesa di Big G per rimanere il numero uno dei motori di ricerca non è certamente calcolabile, poiché oltre a comportamento scorretto menzionato, ci sono senza dubbio anche spese lecite che l’azienda deve coprire per assolvere ai suoi compiti. Quel che però il processo ha appurato, è che Google elargisce ogni anno circa 26,3 miliardi di dollari per conservare tale posizione illecitamente. Questi soldi sono infatti offerti ad altre aziende per far sì che installino di default il suo browser sui device prodotti. Parliamo di aziende come Verizon, ma soprattutto come Apple, la quale risulta essere la società che riceve i maggiori compensi a tal scopo.

Rimanere motore di ricerca predefinito ha i suoi enormi vantaggi. Le ricerche Google ci dicono che molti guadagni arrivano proprio dai risultati relativi ad annunci sponsorizzati sul motore di ricerca, cosa che permette quindi all’azienda di rientrare con le spese. In generale, i guadagni sono mastodontici. Ormai da anni e anni Big G Research rimane infatti la maggior fonte di ricavo per il colosso di Mountain View. Parliamo del 60% dei guadagni generali del gruppo, percentuale che rappresenta ben 162,4 miliardi di dollari solo nel 2022. Benché quindi le sue spese siano indubbiamente alte, possiamo dire che i guadagni che poi riesce a generare coprono ampiamente tali costi e trasformano il suo lavoro in un successo praticamente senza precedenti.

I punti chiave…

  • Google spende circa 26 miliardi per far sì che il suo browser rimanga preinstallato sui device di altre aziende;
  • l’Antitrust ha considerato questo comportamento sleale nei confronti della concorrenza;
  • i guadagni generati da Search sono stratosferici, solo per il 2022 si parla di ben 162,4 miliardi di dollari.