La genitorialità nelle imprese è importante perché può favorire un ambiente di lavoro positivo, promuovere lo sviluppo dei dipendenti e contribuire al successo a lungo termine dell’organizzazione. È essenziale, però, equilibrare la genitorialità con la necessità di prendere decisioni e gestire l’azienda in modo efficiente. In Italia ,con la nuova manovra del Governo targato Meloni, si è fatto un primo passo verso il sostegno alla maternità ma c’è ancora molto da fare. Ci si chiede, quindi, in attesa dell’approvazione da parte del Parlamento delle njuove possibili misure, cosa ci si può aspettare nel 2024.

L’indagine di Reverse

Da un’indagine di Reverse, l’azienda internazionale di Hr e Head Hunting, emerge che il 67% delle persone intervistate (Head Hunter) crede che sul tema della genitorialità nelle imprese vi sia una maggiore attenzione rispetto al passato. Il 50% degli intervistati, inoltre, ha dichiarato di aver ricevuto una richiesta non formale di esclusione delle candidate di genere femminile.

Con la legge di bilancio 2024 e con il documento programmatico di bilancio, intanto, si sta cercando di offrire un maggiore supporto alla genitorialità. Ma come? Ebbene con la decontribuzione per le madri nonché con l’esonero dei contributi per chi le assume. Inoltre con maggiori aiuti come i bonus asili nido 2024 e l’incremento delle percentuali salariali durante il congedo di genitorialità.

Ma cosa succederà il prossimo anno su questo fronte? Ebbene, si attendono più fondi (fino a 1 miliardo) per il supporto alle famiglie. Tra le misure principali, come detto, oltre all’incremento del bonus asilo, dovrebbe esserci una nuova forma di decontribuzione per le madri che hanno più figli. Inoltre uno sgravio del 130% per le imprese che assumono le madri.

In più, si vorrebbe aggiungere un mese di congedo parentale con retribuzione uguale al 60% dello stipendio. Se ciò dovesse diventare legge, dal prossimo anno, quindi,: cinque mesi sarebbero retribuiti al 100%, un altro all’80% e in aggiunta si potrebbe richiedere un altro mese retribuito al 60%.

Per Alessandro Raguseo, Founder & CEO di Reverse, con questa manovra si è fatto un passo avanti per migliorare le condizioni dei genitori ma è ancora poco.

Genitorialità nelle imprese: a che punto siamo in Italia?

Sicuramente la manovra del Governo Meloni potrebbe migliorare la genitorialità nelle imprese ma c’è ancora molto da fare. Secondo l’indagine condotta da Reverse su tale tema, tutto è ancora sulle spalle delle donne e spesso gli imprenditori preferirebbero non assumere queste ultime per gli ostacoli inerenti alla casa-lavoro.

L’azienda ha quindi voluto capire meglio la situazione intervistando 50 Head Hunter (chi è alla ricerca, per conto terzi, di personale) attivi tra la Germania e l’Italia e 10 HR Manager italiani. Ebbene, il 50% di essi ha comunicato di aver ricevuto una richiesta informale di non proporre candidate di genere femminile mentre il 75% ha spiegato di aver percepito (anche se non dichiarato) che le aziende preferiscono i candidati uomini.

C’è però una nota positiva ovvero che circa il 67% degli Head Hunter ha affermato che ad oggi c’è una maggiore sensibilità su questa tematica.

Per Reverse, una maggiore integrazione tra imprese e genitori lavoratori non sarebbe difficile. In primis si dovrebbe però costruire un ambiente di lavoro sano e collaborativo e poi sfruttare un sistema di uscita/reintegro della maternità. E ancora, si dovrebbe creare un percorso di re-onboarding graduale.

Riassumendo…

1. La genitorialità nelle imprese è un tema importante che da sempre è messo in secondo piano
2. Con la nuova manovra di Governo, si è fatto un primo passo verso il sostegno alla maternità ma c’è ancora molto da fare
3. Secondo un’indagine condotta da Reverse, tutto è ancora sulle spalle delle donne e spesso gli imprenditori preferirebbero non assumere queste ultime.