L’emergenza siccità in Italia è seria. A tal punto che si pensa a possibili razionamenti dell’acqua per prevenire, o peggio fronteggiare, eventuali rischi sulla produzione idroelettrica. E non si tratta del solito allarme buttato lì per acchiappare qualche click, ma del pensiero di Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Lo stesso Fratin sta valutando la nomina di un commissario titolare di pieni poteri sulla gestione dell’acqua. Ancora una volta, quindi, i cambiamenti climatici presentano il conto.

Secondo quanto dichiarato dal ministro, in Italia “abbiamo il 50% della neve che dovrebbe esserci sulle montagne e siamo a meno della metà dei livelli di fiumi e laghi”. Ecco perché, spiega il ministro – “serve un ragionamento per un intervento immediato”. Cosa intenda per “intervento immediato” il ministro lo chiarisce subito: “Significherà anche razionamenti sulla distribuzione della risorsa”.

Emergenza siccità, concreto il rischio di razionamento di acqua

Le parole di Fratin stupiscono fino a un certo punto. In mattinata, durante un’intervista rilasciata a Radio24, il ministro della Salute ha dichiarato che nessuna decisione è stata ancora presa. Lasciando però aperta la porta all’eventualità più estrema. Queste le sue parole: “Non c’è alcuna decisione, ma credo che dopo un giro di confronto con i grandi consorzi che gestiscono le dighe e il gestore del sistema idrico nazionale. Bisognerà tirare le somme e può anche darsi che in alcuni territori di arriverà a questo“.

Parole chiare, nette, che lasciano intravedere possibili razionamenti di acqua nelle aree dove l’emergenza siccità rappresenta una realtà sempre più determinante. Un’emergenza che, tra l’altro, non è arrivata nemmeno all’improvviso, anzi. Basti pensare che già lo scorso anno l’Italia dovette fare i conti con alcune riduzioni. La speranza dell’attuale ministro dell’Ambiente è che la natura possa porre un freno a questa situazione: “Adesso speriamo si riescano a riempire le dighe nei prossimi 2-3 mesi, qualche pioggia dovrebbe esserci, altrimenti ci saranno delle conseguenze“.

Acqua potabile a rischio per colpa della siccità, arriva il commissario

Un po’ di numeri. Secondo gli ultimi dati del Cnr, una percentuale compresa tra il 6% e il 15% in Italia vive in territori “esposti ad una siccità severa o estrema”. Tradotto, significa che per almeno tre milioni e mezzo di persone nel nostro Paese l’acqua che esce dal rubinetto non è più scontata come lo è sempre stato. Il Cnr sottolinea l’errore commesso dalle persone che ritengono come la siccità sia un problema esclusivamente agricolo. In realtà, la siccità minaccia in maniera seria sia sovranità alimentare che lo stesso settore primario.

I dicasteri di Agricoltura, Ambiente e Protezione civile potrebbero mettersi attorno a un tavolo per programmare degli interventi urgenti. Tra le  zone dove possono scattare i razionamenti c’è il Piemonte e nella Pianura Padana, o nelle  zone del Lago di Garda. Ma non solo, razionamenti potrebbero scattare anche  nelle zone tirreniche dell’Italia centrale, soprattutto tra Umbria e Lazio.