Si parla sempre più spesso delle elezioni politiche, attese da tutti per capire come potrebbe cambiare il governo da ottobre. Sempre se un vero cambiamento ci sarà. E questo è il dubbio degli italiani che non si può nascondere. Nell’occhio del ciclone ci sono anche i vari attacchi tra politici o esperti vari, che a ridosso del voto puntano ad una campagna elettorale aggressiva. Dopo il caso dei presunti partiti coinvolti nella faccenda Russia, un’altra polemica è legata al leader del Carroccio.
A questo giro Matteo Salvini rischia grosso. O almeno è questo il pensiero di Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia e noto filosofo. Che poi, a ben vedere, c’è più di qualcun altro che ha la stessa visione. Secondo l’ex primo cittadino del capoluogo veneto, l’attuale segretario della Lega pagherebbe a caro prezzo un eventuale flop alle prossime elezioni politiche. Ma quanto dovrebbe prendere il Carroccio al voto del 25 settembre per definirsi un flop? Il 10% o, peggio, nemmeno il 10%. Questa è la soglia tracciata da Cacciari nel suo intervento a Otto e Mezzo, su La7.
Elezioni politiche: “La maggioranza del partito non ne può più di lui”
Queste settimane di campagna elettorale potrebbero dunque essere l’ultimo canto del cigno per Salvini. O qualcosa che gli si avvicini molto. Una vittoria larga del centrodestra, che di fatto significherebbe il trionfo di Fratelli d’Italia, favorirebbe tale scenario. Un’analisi che, a rigor di logica, non fa una piega. C’è un però. Ad oggi nessuno può prendersi il lusso di appiedare il “Capitano”, l’artefice della trasformazione della Lega a partito di rilevanza nazionale. Ma se lo scenario dovesse mutare in quest’ultima tornata elettorale, allora “non ci sarebbero santi che tengano”. E questo sarebbe un paradosso, per un leader come Salvini, ma questa è un’altra storia.
L’altro scenario
C’è anche un secondo scenario che il professore Massimo Cacciari traccia.
E lo fa usando toni forti: Bisogna essere ciechi e sordi per non capirlo. È un atto notarile di fine epoca del parlamentarismo italiano. Un governo di unità nazionale – ripete Massimo Cacciari a Otto e Mezzo – lo fai dove ci sono forze politiche di un certo tipo, non certo in Italia”, conclude.
Tornando a Matteo Salvini, non è la prima volta che un pensiero di questo tipo viene sollevato dagli addetti ai lavori. Si tratterebbe di un fatto politico rilevante, forse tra i più importanti, a partire dalla mattina successiva al voto. Con tutti i condizionali del mondo.