Quando mancano 6 giorni alle elezioni del 25 settembre, possiamo dire di averle viste davvero tutte. Dopo il velato attacco di Calenda a Di Maio, ora sono di nuovo Renzi e Conte a dare vita ad un botta e risposta che ha come protagonisti il reddito di cittadinanza e persino la scorta.  Che Matteo Renzi e Giuseppe Conte non si stiano simpatici non lo scopriamo di certo oggi. D’altronde basta riavvolgere il nastro a poco più di un anno fa, quando il leader di Italia viva pose fine all’esecutivo Conte II.

Da allora, il rapporto tra i due è andato via via deteriorandosi, fino alla miccia esplosa nelle ultime ore. È il bello della campagna elettorale, è il bello della politica, almeno fino a quando la democrazia ci assisterà.

Voto di scambio e reddito di cittadinanza, Renzi e Conte quasi amici poco prima delle elezioni del 25 settembre

L’ex segretario del Partito democratico si lamenta del fatto che Conte vada al sud a promettere il reddito di cittadinanza, con tanto di tessera gialla in mano. Se vogliamo una riedizione un po’ più pratica, terrena diciamo così, del rosario brandito da Matteo Salvini qualche anno fa (e chi se lo dimentica). Se non fosse che per Matteo Renzi quanto stia facendo Conte si possa chiamare soltanto con il suo nome: voto di scambio.

Lo stesso discorso può essere allargato al Superbonus energetico, secondo la tesi elaborata dal numero uno di Italia viva, che insieme ad Azione di Carlo Calenda concorre alle prossime elezioni con il Terzo Polo. Anche in questo caso, il problema sta nel tipo di comunicazione utilizzato da Giuseppe Conte durante i suoi comizi elettorali. In particolare, ad irritare di più Renzi è l’abuso dell’avverbio “gratuitamente”.

Secondo l’ex segretario dem, in politica non esiste niente di gratuito. Anzi, ciò che viene fatto passare in questi termini è in realtà soltanto un debito in più sulle spalle delle nuove generazioni.

Pronta è arrivata la replica di Giuseppe Conte. Il numero 1 del M5S ha riproposto il legame tra Renzi e l’Arabia Saudita, ricordando nello specifico la cosiddetta “marchetta sul Rinascimento Saudita”. Non contento, è poi andato oltre.

Senza scorta

La goccia che ha fatto traboccare il naso è un’altra. Risale a quando l’ex premier Giuseppe Conte, durante un comizio elettorale a Palermo, ha invitato Renzi a “venire finalmente senza scorta” in mezzo alla gente per esporre le proprie idee. Un invito “frainteso” però da Matteo, che ha invece letto tra le righe del messaggio di Conte individuando una presunta minaccia di violenza fisica.

Non esattamente il modo migliore per tornare amici, anzi. Che l’occasione possa essere un confronto televisivo a sorpresa, magari prima del voto? Chissà. Intanto, ci accontentiamo di vederli “quasi” amici.