Fino al 25 settembre dobbiamo abituarci a sentir parlare della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni politiche, che cambieranno il volto del nostro paese. Non per tutti è un piacere seguire le battaglie dei partiti politici per accaparrarsi i voti. In questo momento di forte crisi, però, è fondamentale fare uno sforzo per arrivare più che preparati al seggio. Tra le domande che mi sono posta ultimamente (e forse anche voi) ce n’è una che ha finalmente trovato risposta: “Quanto costa essere eletti in Parlamento?” Fino ad oggi abbiamo letto dibattiti, scontri e promesse, analizzando ogni singolo programma elettorale ma non eravamo arrivati a questo quesito.

Per essere eletti in Parlamento si chiedono fino a 30mila euro. A dirlo un’interessante analisi de Il Corriere della Sera, che analizza le richieste dei vari partiti. La cifra media è di 15mila euro, ma si può arrivare anche a 30mila, tenendo presente che in caso di elezione il ritorno economico vale molto di più.

Elezioni 25 settembre, quanto chiedono il PD, Forza Italia e Fdi agli eletti

Le campagne elettorali così ravvicinate hanno costi altissimi e i tesorieri dei partiti cercano di tappare i buchi e non andare in rosso. Come sottolinea il quotidiano milanese – i partiti non potendo più attingere da fondi pubblici, cercano di ottenerli dagli eletti, chiedendo agli onorevoli di versare una quota nel caso di elezione. Quanto costa, quindi, essere eletti in Parlamento?
Il PD, ad esempio, chiede 15mila euro secondo un documento supervisionato dal tesoriere Walter Verini.
Il più caro è Forza Italia. Il partito di Berlusconi chiede di versare 30mila euro tramite un accordo scritto, in tempi veloci. Anche Fratelli d’Italia chiede la stessa cifra: 10mila euro subito e gli altri a scaglioni. Poi c’è anche la richiesta di mille euro ogni mese da parte degli eletti per “far funzionare la macchina” e in previsione che gli eletti arrivino a 150.

Lega, M5S e Terzo Polo

Poco più bassa è la quota chiesta dalla Lega: 20mila euro, a cui aggiungere dei contributi mensili di 3mila euro. Il M5S, chiede la stessa cifra del PD, quindi 15mila euro, ma anche altri mille euro aggiuntivi. Anche il Terzo Polo, formato da Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi, vogliono 15mila euro più 1.500 euro mensili.

Nel frattempo, la campagna elettorale verso le elezioni politiche del 25 settembre si accende sempre di più su due temi caldissimi: il rincaro delle bollette e l’aumento degli stipendi contro l’inflazione. La crisi energetica, in particolare, è al centro dei dibattiti. Salvini chiede subito 30 miliardi per salvare le imprese, mentre l’alleata Giorgia Meloni pensa allo scostamento di bilancio come l’ultima spiaggia. Letta chiede, invece, un intervento subito e invoca un incontro entro lunedì.
Più lineari i propositi per aumentare gli stipendi: dal salario minimo, al taglio del cuneo fiscale, fino alla mensilità extra, i partiti sembrano avere le idee più chiare. L’impressione, però, è che molto si giocherà sul tema energetico, la vera piaga di questo 2022 e causa del minor potere di acquisto dei cittadini.