Luigi Di Maio, in collaborazione con Bruno Tabacci (presidente di Centro Democratico e Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio del governo Draghi), ha fondato il partito Impegno Civico, con cui si presenterà alle prossime elezioni del 25 settembre. Nella giornata di oggi, l’ex volto del Movimento 5 Stelle ha ufficialmente battezzato il primo giorno di vita della nuova fazione politica. Il primo dato è che IC non farà mai alleanze con la coalizione di centrodestra. In secondo luogo, il partito di Di Maio e Tabacci si erge come strenuo difensore della battaglia ambientalista, come testimonia l’ape raffigurata nel simbolo.

I punti salienti del programma elettorale di Impegno Civico per le elezioni politiche del 25 settembre

“Un partito riformatore che guarda ai giovani, al sociale, alla transizione, all’ambiente, alla digitalizzazione”. Così Luigi Di Maio ha definito Impegno Civico, il nuovo partito fondato insieme a Bruno Tabacci dopo Insieme per il futuro. “Saremo moderati e questo sarà un vantaggio”, chiarisce il ministro degli Esteri del governo Conte II e dell’esecutivo guidato da Mario Draghi. Alla luce di questo, ci sono tutti gli ingredienti per vedere Impegno Civico stretto alleato della coalizione di centrosinistra per il voto del 25 settembre.

Fissare un tetto al prezzo del gas tra i cardini

In occasione della presentazione del nuovo partito, Luigi Di Maio ha sottolineato l’importanza di fissare un tetto al prezzo del gas. Il suo è un chiaro riferimento alla tanto inflazionata “agenda Draghi” delle ultime settimane, evocata da più di un partito in questo inizio di campagna elettorale. Incluso Carlo Calenda di Azione – +Europa, lo stesso che ha inserito Luigi Di Maio in una sorta di black list in riferimento a un’eventuale alleanza con il Partito democratico.

In merito al tetto sul prezzo del gas, Di Maio ha chiesto alle altre forze politiche di non aspettare la fine della campagna elettorale per un provvedimento così importante per famiglie e imprese.

L’auspicio, suo e di Tabacci, è che almeno per questa misura le forze politiche trovino un punto in comune. Questo per consentire al premier Mario Draghi di spendere una carta fondamentale prima ancora del voto del 25 settembre.