Le elezioni sono sempre più vicine. Da settembre si accenderà più che mai il confronto tra i leader, a suon di interviste, interventi e vere e proprie profezie. Un pò come quella di Di Maio, che ha detto la sua su un eventuale governo Meloni. A meno di quattro settimane dal voto del 25 settembre, i sondaggi politici riportano un dato ormai chiaro a molti: la coalizione di centrodestra si appresta a vivere una tornata elettorale più vicina a un plebiscito che a una semplice vittoria.

Il quadro della situazione è evidente anche alla coalizione avversaria del centrosinistra, che prova però a guardare oltre.

È il caso di Luigi Di Maio, leader di Impegno civico, che in un’intervista a La Stampa si è lanciato in una profezia non proprio rosea sul governo Meloni. “Durerà un anno”, questo il tempo dato dall’ex grillino al nuovo esecutivo, prima che la resa interna al centrodestra porti di nuovo Mario Draghi a Palazzo Chigi.

Elezioni 25 settembre, Luigi Di Maio ipotizza un Draghi-bis tra dodici mesi

Dal Conte-bis al Draghi-bis, passando per il governo Meloni: Luigi Di Maio traccia la linea temporale della politica italiana nel corso dell’intervista a La Stampa, aggiungendo un tassello ancora incerto quando manca poco alle elezioni del 25 settembre. Nella profezia contro la nuova premier in pectore, il numero uno di Impegno civico ha descritto inoltre l’azione congiunta di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Insieme – afferma Di Maio – lavoreranno per logorare Giorgia Meloni, con l’obiettivo di far cadere l’esecutivo. E poi? Subito dopo – prosegue l’attuale ministro degli Esteri – Salvini e Berlusconi andranno da Mario Draghi per convincerlo a tornare a Palazzo Chigi.

Uno scenario certamente suggestivo quello immaginato da Di Maio, ma di difficile realizzazione. In primis, perché una simile strategia porterebbe alla disgregazione del centrodestra. C’è anche un altro problema.

Prima della caduta del suo esecutivo, l’ex presidente della Banca centrale europea aveva chiarito che non avrebbe accettato di guidare un nuovo governo che non avesse più avuto lo stesso appoggio trasversale su cui si era basata fin dall’inizio l’opera riformatrice del suo esecutivo. Immaginare quindi Mario Draghi accettare di guidare un governo di chiara connotazione politica è quantomeno irrealistico.

“Il presidenzialismo all’italiana”

Di Maio parla anche delle ambizioni di Silvio Berlusconi. Secondo il ministro degli Esteri, Berlusconi punta a sostituire Sergio Mattarella e ad avviare il “presidenzialismo all’italiana”. Che cosa significa? A spiegarlo è ancora l’ex onorevole del Movimento 5 Stelle: potere di fatto tolto alle due Camere e concentrato nelle mani di un’unica persona. Per questo motivo, Luigi Di Maio chiede di approvare una norma che consenta all’attuale presidente della Repubblica di restare al Quirinale fino al termine del proprio mandato.

In merito alla questione, un paio di settimane fa avevano fatto discutere alcune dichiarazioni che Silvio Berlusconi rilasciò in un’intervista radiofonica a Radio Capital. Quella volta il leader di Forza Italia aveva spiegato che in caso di approvazione della riforma del presidenzialismo Sergio Mattarella dovrebbe rassegnare le proprie dimissioni. Un’uscita giudicata incauta dagli stessi alleati di centrodestra, tanto che Berlusconi non è più tornato sull’argomento.