Manca sempre meno alle elezioni politiche del 25 settembre ma non è semplice scegliere a chi dare il proprio voto. I dibattiti, gli scontri e i proclami, poi, dovrebbero aiutarci ad avere le idee più chiare. Peccato che non è sempre così. Carlo Calenda, leader di Azione, Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega, e Silvio Berlusconi, numero uno di Forza Italia, hanno una cosa in comune nei loro programmi elettorali: il ritorno al nucleare. Bisogna dirlo, la politica energetica è in larga parte influenzata dall’attuale situazione – disastrosa – a livello internazionale.

Se non ci fosse la guerra in Ucraina e la minaccia di restare il prossimo inverno senza il gas russo, probabilmente l’energia nucleare non sarebbe nemmeno entrata nel dibattito politico. Invece non solo c’è, ma è anche uno dei punti che più allontanano il Terzo Polo dalla coalizione di centrosinistra.

E siccome siamo in pieno clima elettorale, c’è chi cerca di approfittare della situazione per colpire i propri avversari politici. È il caso di Alleanza Verdi Sinistra, che correrà insieme al Partito democratico e a +Europa alle prossime elezioni del 25 settembre. Fratoianni e Bonelli hanno da poco diffuso una foto in cui viene mostrato dove potrebbero essere costruite le centrali nucleari che vogliono Carlo Calenda, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Quale sia stato il criterio di scelta non è chiaro, anche se corrisponde al vero l’accusa secondo cui fin qui ancora nessuno tra Calenda, Salvini e Berlusconi ha detto dove intendono costruire le nuove centrali nucleari sul territorio italiano.

Le città in cui potrebbero essere costruite le centrali nucleari in Italia

Cinque centrali in altrettante città della costa adriatica, altre cinque su quella tirrenica, una a testa per Sardegna e Sicilia, più altre due tra Piemonte ed Emilia Romagna. Insomma, la mappa ipotizzata da Alleanza Verdi Sinistra sembra non fare una piega. Resta comunque una cartina teorica, su cui non c’è alcuna conferma né da Azione né dai due partiti della coalizione di centrodestra.

Queste le città in cui potrebbero essere realizzate le nuove centrali nucleari in Italia:

-Trino Vercellese (provincia di Vercelli)
-Caorso (provincia di Piacenza)
-Monfalcone (provincia di Gorizia)
-Chioggia (provincia di Venezia)
-Scalino (provincia di Grosseto)
-San Benedetto del Tronto (provincia di Ascoli Piceno)
-Montalto di Castro (provincia di Viterbo)
-Borgo Sabotino (provincia di Latina)
-Termoli (provincia di Campobasso)
-Garigliano (provincia di Caserta)
-Brindisi (provincia omonima)
-Scansano Jonico (provincia di Matera)
-Palma di Montechiaro (provincia di Agrigento)
-Oristano (provincia omonima).

Alleanza Verdi Europa ricorda i rischi del nucleare (e i referendum)

I leader di Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, hanno poi voluto ricordare quali sono spese e rischi associati alla realizzazione e alla presenza delle centrali nucleari sul territorio italiano. Lo hanno fatto citando uno studio dell’Università Aahrus in Danimarca, profondamente scettico sull’utilità del nucleare in materia di politica energetica. Alla luce di quanto riportato nel documento della ricerca accademica, affermano Bonelli e Fratoianni, il costo a consuntivo del programma nucleare di Calenda andrebbe da un minimo di 275 miliardi a un massimo di 400 miliardi di euro. E la domanda – retorica, immaginiamo – successiva è la seguente: “Chi pagherà?”.