Molte persone che seguono i botta e risposta tra i vari partiti in vista delle elezioni del 25 settembre, non di rado, si interessano del reddito di cittadinanza ancora più di altre misure legate agli stipendi e il caro vita. Capita di sentire persone preoccupate: “Se voto x non è che toglie il reddito di cittadinanza?” O domande simili. Non è un caso che il tema è molto sentito anche nei vari partiti. Prosegue così la campagna elettorale di Matteo Salvini in vista del voto del 25 settembre.

Per la prima volta dopo diversi anni, la posizione del segretario della Lega all’interno della coalizione di centrodestra è di rincalzo anziché di potere. Da qui la necessità di tornare a correre, serrare le fila, andare a conquistarsi voto su voto.

Come? Puntando su vecchi e nuovi cavalli di battaglia, come immigrazione e reddito di cittadinanza. E se per il primo tema il pensiero di Salvini è noto ai più, lo è un po’ meno quello sulla misura principe del Movimento 5 Stelle.

Il numero uno della Lega ha provato a porre rimedio a questo durante il comizio elettorale tenutosi nei giorni scorsi sul palco di Arona, piccolo comune della provincia di Novara affacciato sul Lago Maggiore. Al fianco del segretario c’era anche il presidente dei parlamenti della Lega alla Camera, Riccardo Molinari.

Elezioni 25 settembre: la proposta di Matteo Salvini sul reddito di cittadinanza

Se il centrodestra vincerà – come sembra – le prossime elezioni politiche, una delle principali misure approvate negli ultimi anni potrebbe essere a rischio. Parliamo del reddito di cittadinanza, voluto fortemente dal Movimento 5 Stelle e approvato dal Parlamento quando Salvini era ministro dell’Interno. A distanza di un paio d’anni, il pensiero del Carroccio sulla misura principe dei grillini è cambiato, sebbene una contrarietà di fondo sia sempre esistita.

Chi rifiuta un lavoro non ne deve avere più diritto”.

Parole e musica di Matteo Salvini, che dal palco di Arona ha espresso a chiare lettere la sua proposta di riforma del reddito di cittadinanza. Secondo quanto dichiarato dal segretario della Lega, una volta al governo il Carroccio promuoverà una revisione del provvedimento tanto caro ai grillini. Un cambiamento che rivoluzionerebbe il reddito di cittadinanza, di fatto togliendolo al primo rifiuto. Oggi, invece, il reddito di cittadinanza può essere tolto se non si accetta almeno una di tre offerte di lavoro congrue.

Matteo Salvini in sintonia con Carlo Calenda

Le recenti dichiarazioni in riva al Lago Maggiore avvicinano Matteo Salvini al pensiero espresso dal leader del Terzo Polo, Carlo Calenda. Fin da tempi non sospetti, il numero uno di Azione ha manifestato la volontà di riformare profondamente il reddito di cittadinanza, tanto da cambiargli perfino il nome. La proposta di Calenda è nei fatti molto simile a quella pronunciata da Salvini nelle ultime ore: via il reddito di cittadinanza dopo il primo rifiuto di un’offerta di lavoro congrua. Facendo un’analisi più approfondita, è vero anche che Calenda vorrebbe fissare un limite di due anni: se entro 24 mesi la persona beneficiaria del reddito di cittadinanza non trova un lavoro, perde in automatico un terzo dell’assegno per poi essere preso in carico dai servizi sociali del Comune.