Solitamente le profezie lasciano il tempo che trovano, ma quando è un grande scienziato o un filosofo a parlare, allora le cose cambiano. Einstein e la terza guerra mondiale vengono associati oggi più che mai alla luce di quanto sta accadendo nel mondo, con potenze che si trovano coinvolte sempre più in eventi bellicosi, i quali potrebbero scatenare un conflitto tra più nazioni e coinvolgerci tutti. Ma cosa ha detto precisamente il celebre fisico in merito a un nuovo conflitto bellico che riguarda tutto il pianeta?

La regola dell’ipse dixit

Quando vogliamo dar forza al nostro discorso, usiamo solitamente frasi e concetti già espressi da altri eminenti personaggi prima di noi.

È la cosiddetta regola dell’ipse dixit, ossia avvalorare una tesi aggiungendo “lo ha detto lui”. Così si faceva nel medioevo, quando per dimostrare che si aveva ragione, si diceva “lo ha detto anche Aristotele”. L’ipse dixit ha perso di valore ai giorni nostri, in quanto si ritiene che le opinioni di tutti abbinano grossomodo lo stesso valore. Per quanto ogni opinione sia rispettabile e meriti di essere ascoltata, è innegabile che su certi argomenti c’è chi ne sa più di noi. Purtroppo nell’era dei social questa concezione si è persa completamente e ormai ogni parere vale quanto un’altro. È singolare però che su determinati argomenti, continuano ad affidarci ad altri.

Se il nostro lavandino si ottura, senza dubbio chiamiamo l’idraulico. Se invece invece si tratta di politica o di altre questioni intellettuali, allora ci sentiamo in diritto di sapere allo stesso modo di filosofi e intellettuali. Eppure, la regola dell’ipse dixit di tanto in tanto conserva ancora il suo valore intrinseco e quando si tratta di questioni così complesse e preoccupanti, allora anche il parere di un’eminente scienziato acquista un grande valore. Einstein e la terza guerra mondiale diventano quindi un connubio di realtà possibili e allo stesso tempo inquietanti, poiché se anche lui ha avuto certi timori, allora forse è il caso di ascoltare cosa aveva da dire.

Einstein sulla terza guerra mondiale, cosa ha detto?

Forse il terzo conflitto planetario è già iniziato e non ce ne siamo ancora accorti. Prima la guerra tra Russia e Ucraina, ora il conflitto tra Israele e Palestina con Hamas che ha colpito la democrazia israeliana e quest’ultima che minaccia di fare tabula rasa della striscia di Gaza. Gli USA sono sempre in ascolto e confermano l’invio di nuove armi. L’occidente tutto appoggia Israele, mentre l’Iran applaude all’attacco di Hamas (senza però confermare la sua partecipazione). Insomma, gli equilibri geopolitici sono in mutamento. Gli Stati Uniti probabilmente hanno capito che non c’è più il potere esclusivo dalla loro parte e l’avanzata della Cina potrebbe presto portare a una nuova discussione di tale equilibri politici. Il professor Anthony Glees ha descritto come possibili prodromi alla guerra tutti questi eventi, i quali diventerebbero il casus belli del conflitto planetario.

La previsione di Einstein sulla terza guerra mondiale però va ben oltre e si focalizza sulla quarta. Ecco le sue parole:

“Non so con quali armi sarà combattuta la Terza Guerra Mondiale ma la Quarta Guerra Mondiale sarà combattuta con pietre e bastoni”.

È una visione apocalittica che in pratica ci porta all’età della pietra. Con queste parole il grande scienziato, inventore della relatività, ha voluto dire che con la terza guerra mondiale l’uomo porrà fine alla civiltà come la conosciamo oggi. Ciò significa che la minaccia di una bomba atomica si fa sempre più concreta. Se vi state chiedendo quali sono le armi più potenti della terra, non vi sono dubbi che al primo posto ci sia l’ordigno nucleare.

L’atomica porrà fine a tutto ciò che abbiamo creato e, inevitabilmente, quello che verrà dopo saranno solo fango, polvere e pietre.

I punti salienti…

  • Secondo Einstein la terza guerra mondiale porrà fine al mondo come lo conosciamo oggi;
  • ciò significa che alla fine le superpotenze decideranno davvero di usare la bomba atomica;
  • uno scenario apocalittico di questo tipo è condiviso anche da alcuni attuali intellettuali.