Mancano soltanto 90 secondi alla fine del mondo, ed è la seconda volta che il Doomsday Clock arriva a questo orario nel 2023. Insomma, non siamo mai stati così vicini all’apocalisse come in questo momento, a parte che a inizio anno, quando la guerra in Ucraina stava assumendo proporzioni sempre più preoccupanti. Ora la spinta mediatica si è placata, spostandosi tutta in Medio Oriente. E di certo non è che l’orologio della mezzanotte ne stia traendo vantaggio in positivo.

La fine del mondo è vicina

Forse non tutti hanno capito di cosa stiamo parlando, per Doomsday Clock si intende l’orologio dell’apocalisse, ossia una misurazione teorica relativa alla possibile fine del mondo.

L’iniziativa non nasce da superstizioni religiose o complottismi da terrapiattisti, ma si muove proprio in seno alla comunità scientifica. Ha quindi una certa ragione di essere. Il progetto nacque nel 1947 dalla rivista Bulletin of the Atomic Scientists, a sua volta nata a seguito delle catastrofi nucleari di Hiroshima e Nagasaki. Alla base degli studi ci sono una serie di scienziati che cercano di prendere in considerazione tutte le possibili variabili che rischiano di portare all’estinzione della nostra specie. Il conto alla rovescia indica appunto quanto manca all’apocalisse.

Secondo i recenti calcoli sono 90 secondi, ossia un termine che indica la prossimità di un evento catastrofico di portata gigantesca. Negli ultimi tempi, oltre ai grandi conflitti mondiali, eventi che rischiano inevitabilmente di portare alla paura più grande, ossia quella dell’atomica, ci sono anche variabili prese in considerazione dagli scienziati. Ossia, il comportamento dell’uomo in merito ai cambiamenti climatici. Il fenomeno del Doomsday Clock è particolarmente sentito anche in Italia, merito anche di opere famose, come ad esempio The Watchmen di Alan Moore, il fumetto che ipotizza un’imminente fine del mondo, a causa del conflitto tra USA e URSS negli anni 80.

Di recente, da noi ha parlato la saggista Laura Tussi, attivista per il disarmo e la nonviolenza:

“Non passano giorni senza cui il presidente ucraino, il presidente russo e quello degli Stati Uniti non lancino al mondo intero proclami di minaccia sulla catastrofe globale, con prese di posizione fisse, paranoiche, psicotiche sul first use nucleare, di dettami basati sulla deterrenza schizoide tra le superpotenze circa la fine di tutto, ossia l’estinzione, o peggio l’annientamento dell’umanità, del genere umano nella sua interezza e delle specie animali e vegetali”.

Doomsday Clock, I tanti modi per estinguersi

Benché la guerra in Ucraina rappresenti ancora una minaccia molto forte per innescare una terza guerra mondiale, in realtà oggi i media sono tutti concentrati sul conflitto tra Israele e Hamas in Palestina. Anche in questo caso l’inserimento di altre potenze sta portando a preoccupazioni globali di tipo apocalittico. Insomma, la minaccia di una terza guerra mondiale rimane l’elemento cardine che fa volare le lancette dell’orologio. Nella storia ci sono stati tanti eventi che hanno spostato le lancette. La guerra in Vietnam le aveva messe a 5 minuti dalla mezzanotte, mentre la caduta del muro di Berlino le aveva fatte tornare indietro di 4 minuti. Il 2020 è stato l’anno horribilis che ha avvicinato nuovamente le lancette alla fine della corsa.

Il Covid, poi il riarmo nucleare e i cambiamenti climatici che hanno preso la politica alla sprovvista sono stati i tre argomenti cardine che hanno spaventato gli scienziati. Il nuovo aggiornamento però è andato anche oltre, mettendo il Doomsday Clock a soli 90 secondi dalla fine. Il terrore dell’atomica rimane altissimo, per capirci basta guardare la classifica delle armi più potenti del mondo. E chissà che l’intelligenza artificiale non venga utilizzata anche in campo bellico, magari creando strumenti di morte ancora più pericolosi e devastanti.

Il monito della Tussi deve essere ascoltato da tutti: “Dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze e la nostra costante acribia di attivisti ecopacifisti per la pace planetaria nel non smettere mai di denunciare questa nostra condizione di guerra e di barbarie”.

Purtroppo, è molto probabile che sia proprio la barbarie invece a trionfare. Come scrisse Howard nel meraviglioso Oltre il Fiume Nero: “La barbarie è lo stato naturale dell’umanità […]. La civiltà è innaturale. È un capriccio delle circostanze. E la barbarie, alla fine, deve sempre trionfare”.

I punti chiave…

  • l’orologio dell’apocalisse è a 90 secondi dalla mezzanotte, ossia a un minuto e mezzo dalla fine;
  • il Doomsday Clock è un’iniziativa atta a misurare il rischio di eventi catastrofici che porteranno alla distruzione del mondo;
  • si tratta dell’ora più pericolosa da quando è stato istituito nel 1947.