È arrivata la tanto attesa decisione da parte dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) sui diritti tv della Serie A. Ora si potranno vendere anche per 5 anni (il precedente limite era di 3 anni). Davvero è questa la grande novità che stavamo aspettando? Possiamo dire che la risposta è assolutamente no. Ma cosa comporta quindi questa nuova formula?
Diritti tv Serie A, cosa cambia?
C’è chi si aspettava una decisione importante in merito al nuovo canale che la Lega Calcio vuole aprire per svincolarsi dalle grandi emittenti come Sky e DAZN.
A tal proposito, si era addirittura paventata la possibilità di acquistare Sky, o quanto meno una sezione dell’azienda, quella relativa al pacchetto calcio, in modo da trasmettere poi le partite sui suoi canali in completa autonomia e dividere i ricavi direttamente con i club. a quanto pare, però, nulla ancora di chiaro stato detto in merito, anzi ci si è concentrati su una questione che francamente sposta soltanto il problema. C’è però chi fa notare che in questo modo la Lega avrà più tempo per creare proprio quell’emittente televisiva che le permetterà in futuro di lavorare in completa autonomia, producendo e distribuendo lo spettacolo del calcio per conto proprio.
Cosa succede ora?
Nulla è certo, ma si vaga nel mare delle possibilità. In sintesi, in fase di vendita, la Lega Serie A potrà valutare sia proposte per il triennio 2024-2027 sia per il quinquennio 2024-2029.
“Le osservazioni dell’Autorità si sono concentrate sul profilo dell’estensione delle licenze a 5 anni, rilevando la necessità di considerare le potenzialità dei pacchetti dei diritti in fase di commercializzazione, sia ampliando le facoltà dei licenziatari dal punto di vista tecnologico, editoriale e commerciale, sia prevedendo eventuali nuove licenze. Ciò anche alla luce di possibili modalità innovative di fruizione dei contenuti che dovessero sopraggiungere”.
Anche i club sembrano felici di questa iniziativa, visto che avranno un contrato più duraturo e quindi più soldi. Non è da escludere però che tale iniziativa possa permettere ad altri colossi, come Apple ed Amazon, di organizzarsi per preparare una proposta adeguata ed accaparrarsi i diritti televisivi delle gare.