Taglio del cuneo, smart working, reddito di cittadinanza e contratti a termine. Sono questi i punti fondamentali del nuovo decreto lavoro, approvato dal governo il 1 maggio e dal Parlamento il 29 giugno con la conclusione dell’iter. La ministra del Lavoro Marina Calderone, ha informato che le nuove regole si basano su politiche più inclusive e la promozione del potere di acquisto. Un punto molto importante per i lavoratori dipendenti pubblici e privati riguarda il taglio del cuneo fiscale, che da luglio prevede buste paga più sostanziose.

Mentre da gennaio 2024 è stato confermato l’addio al Reddito di Cittadinanza e l’avvio dell’Assegno di inclusione per le famiglie con un disabile, un minore o un over 60. Che cosa cambia, quindi, con il nuovo decreto lavoro approvato definitivamente dal Parlamento?

Taglio del cuneo fiscale dal 1 luglio

Si parte dal taglio del cuneo fiscale dal 1 luglio. Anzi sarebbe meglio chiamarlo ulteriore taglio del cuneo fiscale. Le buste paga, infatti, saranno ancora più sostanziose per i dipendenti privati e pubblici.

Rispetto all’ultima legge di bilancio, si passa dal 3 al 7% per i redditi annui fino a 25mila euro e dal 2 al 6% per quelli fino a 35mila euro. Novità anche per lo smart working per lavoratori fragili, pubblici e privati fino al 30 settembre e fino al 31 dicembre per genitori under 14 che operano nel settore privato.
Per quanto riguarda i contratti a termine, invece, non serviranno più le causali per le proroghe e per i rinnovi fino a 12 mesi nel settore privato.

Per quelli che durano più di 12 mesi e non oltre 24 mesi, invece, scattano le nuove causali che prendono il posto di quelle attivate nel Decreto Dignità. Per quanto riguarda i contratti in somministrazione a tempo indeterminato, vengono escluse dal limite percentuale alcune categorie di lavoratori e quelli che hanno contratti di apprendistato.

Decreto lavoro, Supporto per la formazione e il lavoro

Nel settore turismo e termale parte la detassazione del lavoro straordinario e notturno nei festivi e fino alla fine di settembre è previsto un bonus pari al 15% delle retribuzioni lorde.


Molto importante, il punto relativo al reddito di cittadinanza. Dal 1 gennaio 2024, come ormai ripetiamo da mesi, il sussidio voluto dal M5S andrà in pensione per lasciare spazio all’Assegno di inclusione per le famiglie che hanno un disabile, un minore o un over 60 in casa.

Dal 1 settembre, invece, debutterà il Supporto per la formazione e il lavoro, ossia un assegno di 350 euro al mese, per chi può lavorare. In più mutano anche le regole relative all’offerta di lavoro congrua. Infatti chi beneficia dell’Adi e ha figli under 14 potrà accettare lavori a tempo indeterminato solo se entro 80 km. O da raggiungere in massimo due ore di auto. Vicino anche l’avvio del Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa.

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Insomma, con il decreto lavoro sono previsti numerosi cambiamenti soprattutto per i dipendenti, che da luglio avranno una busta paga più pesante. Allo stesso modo è prevista una vera rivoluzione per il reddito di cittadinanza.

Riassumendo

  • Il nuovo decreto lavoro, approvato dal governo il 1 maggio, è stato approvato dal Parlamento il 29 giugno.
  • Con il taglio del cuneo fiscale le buste paga, saranno ancora più sostanziose per i dipendenti privati e pubblici
  • Per i contratti a termine, non serviranno più le causali per le proroghe e per i rinnovi fino a 12 mesi
  • Nel settore turismo e termale parte la detassazione del lavoro straordinario e notturno nei festivi
  • Per il reddito di cittadinanza, dal 1 gennaio 2024, il suissidio voluto dal M5S andrà in pensione per lasciare spazio all’Assegno di inclusione.