Lo scompenso cardiaco non è soltanto una delle prima cause di morte ma anche di ricovero in ospedale con l’avanzare dell’età. Oggi, i problemi causati da questa patologia possono essere curati grazie ad un nuovo farmaco, già disponibile da alcuni mesi. Il problema non è da sottovalutare visto che, solo in Italia, sono oltre 1 milione gli italiani che ne soffrono.

Un farmaco rivoluzionario che fa vivere più a lungo, come funziona

Il farmaco, se possiamo chiamarlo salvavita, ideato per contrastare lo scompenso cardiaco si basa sull’associazione di sacubitril, inibitore della neprilisina, e valsartan, che contribuisce alla vasodilatazione e al calo della pressione, e ha lo scopo di combattere la mortalità causata dalle malattie del cuore.

Si tratta, insomma, di un farmaco che può far vivere più a lungo potendo ostacolare fino al 20% tutte le patologie cardiovascolari.  Esso fa parte di una nuovissima famiglia di medicinali chiamati Arni, tra gli effetti collaterali si segnala l’ipotensione mentre è sconsigliato in gravidanza.

Sicuramente è un farmaco rivoluzionario, atteso e fondamentale per tutte quelle persone che soffrono di scompenso cardiaco, basti pensare che aumenta l’aspettativa di vita di 1 anno e 3 mesi in più.

Bastano due pillole al giorno

Secondo le previsioni basta assumere per due volte al giorno una compressa per trovare benefici nella qualità della vita e nella sopravvivenza contro le decine di pillole assunte da molti anziani e soggetti fino ad oggi. “Questo impatta tantissimo sulla sopravvivenza – ha dichiarato all’AdnKronos Michele Senni, direttore dell’Unità strutturale complessa di Cardiologia 1-Scompenso e trapianti di cuore all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e coordinatore dello studio Paradigm-Hf’, pubblicato nell’agosto 2014 sul ‘Nejm’ – Basti pensare che per un paziente con scompenso cardiaco subire un’ospedalizzazione significa avere un’aspettativa di vita di 2,4 anni, mentre con 2 ospedalizzazioni la prognosi si dimezza a 1,2 anni”.

Benefici, inoltre, si sono avuti nella prevenzione e nel controllo del diabete che colpisce il 35-40% dei malati con scompenso cardiaco.

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