Per colpa dei cambiamenti climatici e dei costi di produzione, è crollata la produzione nazionale di olive. Per questo sono attesi nuovi rincari che stavolta riguarderanno l’olio d’oliva che è alla base della dieta mediterranea. L’Italia dovrà, infatti, dire addio ad 1 bottiglia su 3 di olio  e i per i consumatori sarà dura. Quest’alimento, infatti, nel nostro paese si usa per cucinare sia a freddo che a caldo. Quindi se fino ad ora nei supermercati lo si poteva trovare in offerta anche a meno di 4 euro, la situazione per il prossimo inverno potrebbe cambiare.

Questo è quanto emerge da un report esclusivo della Coldiretti in collaborazione con la Unaprol e diffuso in occasione dell’avvio della raccolta delle olive 2022/2023 lungo tutta la penisola. Il calo di produzione è da additarsi soprattutto alla siccità devastante che messo in stress idrico gli uliveti e ha danneggiato prima la fioritura e poi le gemme. I problemi più gravi si sono riscontrati in quei luoghi dove non è stato possibile agire prontamente per rinfrescare e dissetare le piante.

Olio d’oliva, il patrimonio del Belpaese

L’Italia può vantare il più ricco patrimonio di varietà di olio a livello mondiale e il solo pensiero che si dovrà dire addio a 1 bottiglia su 3 fa male. Il motivo è semplice: da nord a sud, l’olio si usa per condire di tutto, dall’insalata ai primi e ai secondi piatti, anche quelli di pesce.

La situazione non è delle migliori nemmeno per le aziende olivicole in quanto 1 su 10, secondo i dati Crea, lavora in perdita o rischia di chiudere. Il motivo sono i rincari indiretti e diretti determinati dall’energia. Si va da quelli del +170% inerenti ai concimi al +129% del gasolio. Anche il vetro, secondo i dati della Coldiretti e Unaprol, è rincarato del 30% così come le etichette (35%), il cartone (455), i barattoli di banda stagnata (60%) e la plastica del 70%.


Costi più alti per le imprese significano aumenti dei prezzi al dettaglio per le famiglie. Si attendono, infatti, per l’autunno forti rincari sugli scaffali dei supermercati dell’olio extra vergine d’oliva con l’arrivo delle nuove produzioni.

Cosa sta succedendo in Italia

Il calo della produzione di olive è diffuso soprattutto al Sud Italia ed esattamente in Puglia ed in Calabria (30%). Nella prima regione, però, il calo potrebbe essere anche del 50% per colpa delle gelate fuori stagione, della siccità e della Xylella che ha bruciato il 10% della produzione nazionale. Chi conosce il territorio pugliese è rimasto sempre incantato da queste distese interminabili di ulivi rigogliosi. Ora, invece, si notano molti alberi amputati e altrettanti ridotti a scheletri secchi, un vero cimitero degli ulivi.

L’olio d’oliva è la componente fondamentale della dieta Mediterranea e va preservato. Per la Coldiretti è necessario un piano strategico con il quale si realizzino nuovi impianti olivicoli con varietà italiane per contrastare gli aumenti di tutti i costi di gestione. È necessario, poi, realizzare nuovi sistemi di irrigazione, recupero e riciclaggio per avere a disposizione in ogni momento l’acqua, tanto preziosa alla madre terra. Se qualcosa non verrà fatto adesso, il rischio sarà quello di dover centellinare ogni goccia di questo nettare degli Dei.
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