Tempo di mare, di spiagge e di creme solari in questa estate 2019: il sole può fare davvero bene e l’esposizione ai raggi solari, se ben gestita, non può che portare vantaggi e benefici. È sempre meglio, però, proteggere la pelle: è risaputo che le scottature possono accrescere l’incidenza del tumore alla pelle. Ebbene, due studi di questi ultimi giorni hanno segnalato due aspetti: innanzitutto, la maggior parte delle creme solari contiene delle sostanze pericolose per la salute dell’uomo, in secondo luogo questi prodotti potrebbero essere un fattore inquinante per il mare.

Ecco l’analisi.

Le sostanze pericolose per la salute dell’uomo – lo studio sulle creme solari della FDA (USA)

Secondo quanto analizzato dalla Food and Drug Administration degli USA, alcuni degli ingredienti normalmente utilizzati per la composizione delle creme solari potrebbero avere effetti negativi per la salute dell’uomo, in quanto sarebbero assorbite dall’organismo. I composti chimici che sarebbero assolutamente da evitare sono quattro:  l’avobenzone, l’ecamsule, l’oxybenzone e l’octocrylene. A questi va aggiunto, poi, il biossido di titanio, soprattutto per quanto riguarda i prodotti spray, in quanto potrebbe essere inalato e ha un alto potenziale cancerogeno. Il consiglio sarebbe quello di leggere con attenzione la composizione chimica dei prodotti e delle creme solari che intendiamo acquistare e cercare di evitare quelli in cui sono presenti tali composti e ingredienti.

Le creme solari possono essere un alto fattore inquinante – lo studio spagnolo

I ricercatori dell’Università di Cantabria in Spagna hanno effettuato un particolare esperimento: hanno utilizzato in laboratorio acqua del Mediterraneo per cercare di simulare quello che accade in una giornata normale di agosto affollata di bagnanti – i risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Environmental Science & Technology. Ebbene, il risultato è piuttosto semplice, anche se inquietante: le creme solari sono delle vere e proprie nemiche del mare, in quanto, soprattutto a seguito dell’esposizione a raggi ultravioletti provenienti dal sole, una volta a contatto con l’acqua, rilascerebbero nutrienti inorganici e metalli capaci di influire sull’ecosistema del mare.

L’esperimento si è basato sull’utilizzazione di una crema solare contenente biossido di titanio (quello che nuoce anche alla salute dell’uomo), la quale, a contatto con l’acqua, ha iniziato a rilasciare componenti come silice, fosforo e alluminio.

Il passaggio successivo è stato quello di creare un modello capace di simulare una giornata estiva di intensa attività marittima con l’ingresso di molte persone in mare contemporaneamente: sembra che la concentrazione di alluminio nelle acque costiere cresca del 4%, mentre quella di titanio addirittura del 20%. Il passaggio successivo sarà cercare di determinare, in maniera quantificabile, quali possano essere i danni per l’ecosistema marino con queste alte concentrazioni di metalli solitamente molto basse.

Leggete anche: Creme solari: tutte le leggende da sfatare.