Il covid-19 fa meno paura ma la variante Eris ha di nuovo incentrato l’attenzione su questo virus, dopo mesi in cui non se ne parlava quasi più – o in ogni caso – molto meno rispetto a un anno fa. Questo nuovo ceppo si è diffuso ed è causa dell’aumento dei contagi del covid-19 anche in Italia. Certamente i numeri non sono quelli di un anno fa, ma rispetto ai mesi scorsi, si è notato un rialzo deciso dei contagi, molto probabilmente dovuti a questa variante.

Con la ripresa delle scuole e delle attività lavorative, inoltre, si rischia che nelle prossime settimane possa andare ancora peggio.

Sintomi di covid una settimana prima del tampone positivo

Alcuni studi hanno analizzato non solo i sintomi di questa variante ma anche i tempi di incubazione. Proprio qui si verifica un fatto anomalo. Ossia dopo l’insorgenza dei sintomi non farebbe seguito un tampone positivo come visto per le altre varianti per vari giorni, anche una settimana, ecco perchè, molte persone con sintomi sospetti hanno poi avuto il tampone negativo. Il fenomeno- come scrive il Messaggero – è stato chiamato pre-covid ed è la causa della crescita improvvisa dei casi. Nel dettaglio, sembra che molte persone abbiano manifestato dei sintomi ma una volta fatto il tampone questo sarebbe risultato negativo. Solo dopo alcuni giorni, quando i sintomi peggiorano, il tampone diventa positivo ma a quel punto il soggetto avrà già contagiato altre persone. Secondo dottor Thomas Moore, esperto di malattie infettive presso l’Università del Kansas:

«Ci vuole un po’ di tempo prima che il virus venga diffuso in quantità sufficienti per essere rilevabile. Se presenti sintomi e inizialmente il test è negativo, dovresti eseguire nuovamente il test dopo 48 ore. La possibilità di un test positivo aumenta significativamente a giorni alterni».

I sintomi, d’altro canto, sono più o meno gli stessi delle altre varianti.

Quindi tosse, mal di gola, congestione e naso che cola, cefalea e febbre. Molti hanno pensato di avere un’allergia invece era il covid-19. Attualmente, la variante Eris sta diventando dominante, a causa di una mutazione ma di mezzo c’è anche la minor sorveglianza. Ormai le persone sono tornate pienamente alla normalità, nessuno indossa più le mascherine e anche il numero individui che procede al tampone è in forte calo rispetto al passato. Con la variante Eris, insomma, nelle prossime settimane e soprattutto durante il periodo invernale, si rischia un nuovo boom di casi.

Covid-19, variante Eris: fenomeno pre-covid con il tampone negativo (ma il virus c’è)

In tutto ciò da ottobre inizieranno a farsi largo anche i virus parainfluenzali e da novembre circa anche il virus influenzale. Da ottobre partirà anche la campagna vaccinale e l’Agenzia europea del farmaco e Ema insieme all’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, hanno chiesto di focalizzare la campagna su anziani, persone di qualsiasi età con patologie, donne incinta, operatori sanitari e soggetti che vivono in prossimità di soggetti vulnerabili.
Gli esperti non sono preoccupati ma è chiaro che con la stagione fredda in arrivo, si avrà certamente una recrudescenza del virus, che colpirà molto di più rispetto alla primavera -estate. In tutto ciò , come anticipato, arriverà anche l’influenza che solo lo scorso anno ha fatto un vero e proprio boom di casi.

Riassumendo

  • I contagi in Italia stanno aumentando , tutta colpa della nuova variante Eris
  • Questo ceppo è protagonista anche di un fatto anomalo, il tampone positivo non è subito visibile, anche in presenza di sintomi
  • Non ci sono grandi differenze rispetto alle precedenti varianti come sintomatologia
  • L’Agenzia europea del farmaco Ema insieme all’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, hanno chiesto di focalizzare la campagna vaccinale verso specifiche categorie.