Continua il clima di tensione generato dalla nuova ondata di covid-19 in Cina, che sta tenendo con il fiato sospeso tutto il mondo. La paura dell’Occidente è che si diffonda una nuova variante covid pericolosa. Anche se dalle ultime rilevazioni sembra che la variante in circolazione a Pechino sia Gryphon, figlia di Omicron. Quindi non è più pericolosa delle altre ma solo più diffusiva, tanto che in Cina si è diffusa in poche settimane arrivando alla quasi totalità dei casi. E mentre negli Usa sta circolando la nuova variante Kreken, la Ue ha deciso che tutti i paesi dovranno raccomandare a tutti i viaggiatori in arrivo dalla Cina un tampone da fare 48 ore prima del decollo.

Non si tratta però di un obbligo ma di una raccomandazione, il che cambia molto le carte in tavola.

Covid-19, Ue decide per i tamponi in aeroporto per chi parte dalla Cina

Tra le raccomandazioni evocate dalla Ue, figurano anche l’utilizzo delle mascherine a bordo, il monitoraggio delle acque reflue negli aeroporti e il rafforzamento dei controlli interni. Lo scenario che va per la maggiore è che si continuerà a procedere per ordine sparso. Italia, Francia e Spagna avevano già annunciato controlli a random negli aeroporti. L’Austria, invece, si è detta contraria a nuove restrizioni per non danneggiare il mercato in vista della riapertura delle frontiere cinesi l’8 gennaio e anche la Germania ha pensato di non procedere con nuove misure.

In Italia allarme farmaci introvabili

E mentre l’Europa raccomanda il tampone a chi arriva dalla Cina, nel nostro paese è ancora allarme carenza farmaci. A causa del boom di casi di influenza australiana e di covid-19, che comunque continua a colpire con migliaia di casi al giorno, molte farmacie si trovano a corto di medicine. L’ultimo bollettino dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha parlato di almeno 3mila farmaci mancanti per problemi produttivi e la troppa richiesta.

Appena una farmacia viene rifornita, le medicine spariscono. Circa 500 dei farmaci introvabili, sono il risultato della discontinuità delle forniture. Secondo Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma:

“Ma possiamo dire che la carenza di medicine è oggi più alta, anche se leggermente, che nel periodo più buio della pandemia»

Come sottolineato dagli esperti, all’ordine della carenza di molti farmaci c’è la stagione influenzale molto insidiosa. Tra le peggiori degli ultimi 10-15 anni, senza contare i casi di covid e quelli di virus respiratorio sinciziale. Le persone, quindi, ricorrono all’uso di paracetamolo, antinfiammatori, antidolorifici in maniera massiccia. In più la paura di non trovarli spinge molte persone ad acquistarli anche senza un reale bisogno.  Bisogna anche dire che in parte la carenza dei farmaci, è collegata all’attuale crisi internazionale, scatenata dalla guerra tra Ucraina e Russia. Insomma un mix di fattori che sta rendendo questo inverno particolarmente complicato.