Nelle ultime settimane il Covid sta rialzando la testa. I contagi sono in aumento e a breve partirà la campagna vaccinale consigliata soprattutto ad anziani, operatori sanitari, malati cronici e donne in gravidanza. Nel giro di un mese i casi di covid-19 a causa della variante Eris sono cresciuti del 44% e nelle prossime settimane potrebbe andare peggio. Insieme ai casi covid, che iniziano a creare una certa preoccupazione per la stagione autunnale in arrivo, impensierisce anche la febbre Dengue. Anche in questo caso, i casi sono in aumento ma si tratta di due virus distinti con sintomi diversi.

La Dengue ha dei sintomi molto particolari che il covind non ha. Cerchiamo di fare chiarezza.

Covid 19 e febbre Dengue: casi in rialzo, come distinguere i sintomi?

La Dengue è una malattia tropicale che si contrae attraverso la puntura di un insetto. E’ tipica di alcune zone come Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America centrale e del Sud e Australia. I sintomi caratteristici sono il dolore muscolare, articolare, dolenzia gli occhi, dolore retrobulbare e lacrimazione come ha spiegato Paolo Meo, infettivologo, direttore della Clinica del Viaggiatore a Roma. La febbre può arrivare anche a 39 e possono essere presenti anche rash cutanei. Questo virus può portare anche a epatiti, pancreatiti e danni renali. In sostanza se un paziente con questi sintomi ha una storia clinica, come la frequentazione di zone a rischio, che faccia propendere più per la Dengue che il Covid, è difficile confondersi.

Nelle ultime settimane stanno infatti aumentando i casi di febbre Dengue in Italia. Come ha fatto sapere a Fanpage il professor Spinello Antinori, direttore del reparto di Malattie infettive 3 all’ospedale Sacco di Milano e ordinario di Malattie infettive all’Università degli Studi di Milano, solo in Lombardia i casi di Dengue sono aumentati di 21 unità e 27 in Italia.

Il professore ha spiegato che la Lombardia è la regione dove le persone viaggiano di più e “con l’alta densità di zanzare che possono trasmettere l’infezione”. Basterebbe, quindi, che una persona in arrivo da un’area endemica abbia il virus in corpo e venga punto da una zanzara per dare vita a un ciclo.

La variante Eris fa aumentare i casi di covid-19

Anche il covid-19 sta alzano la testa. Il bollettino settimanale parla del 40% dei casi in più. Sicuramente sottostimati, perché ormai le persone fanno molto meno il tampone o non comunicano i dati di quelli casalinghi. Senza contare che l’isolamento non è più obbligatorio. Il Veneto, la Campania, la Lombardia e il Lazio, sono le regioni dove l’incidenza è più alta. Ecco perché, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha deciso di accelerare sulla campagna vaccinale al 25 settembre, con l’arrivo delle prime forniture che avranno il clou da ottobre.

Secondo Nino Cartabellotta presidente della Fondazione GIMBE:

“L’incidenza da 6 casi per 100mila abitanti nella settimana 6-12 luglio ha raggiunto 52 casi per 100mila abitanti nell’ultima settimana. “Numeri sì bassi ma anche ampiamente sottostimati rispetto al reale impatto della circolazione virale perché il sistema di monitoraggio, in particolare dopo l’abrogazione dell’obbligo di isolamento per i soggetti positivi con il dl 105/2023, di fatto poggia in larga misura su base volontaria”.

Insomma, il virus sta circolando a causa della variante Eris, e anche se non è più allarmante come in passato, abbassare la guardia è sempre sbagliato.

Riassumendo

  • Mentre aumentano i casi di covid-19, crescono anche quelli di Dengue, anche se i numeri non fanno certo paura
  • I sintomi della Dengue sono distintivi e si possono riconoscere rispetto a quelli del covid
  • Nel frattempo, aumentano anche i casi covid a causa della variante Eris
  • Dal 25 settembre, intanto, parte la campagna vaccinale