Il Documento di economia e finanza ormai sembra parlare chiaro, il sistema pensionistico va riformato e per farlo si discute di svariati aspetti. Tra questi anche quello relativo alle pensioni minime. La maggioranza chiede di valutarne l’innalzamento, ma in che modo sarà possibile farlo?

Pensioni minime, quale futuro le attende

Se pensiamo che arriveranno fondi per aumentare le pensioni minime senza sforzi, allora ci sbagliamo di grosso. In realtà, dalle tante strategie che il Governo (e l’Inps) sta mettendo sul campo per ridurre i costi delle pensioni, è chiaro a tutti che l’obiettivo principale è quello di risparmiare soldi nelle casse dello Stato.

Esaustiva in questo senso la polemica relativa alla buonuscita degli statali, i quali secondo l’Inps devono attendere fino a 7 anni per ottenere la liquidazione. Sul caso deciderà il 9 maggio la Corte Costituzionale, ma questo è solo uno degli esempi che possiamo fare per ricordare quanto lo Stato sia perennemente in difficoltà riguardo le pensioni.

Insomma, diciamolo chiaro e tondo: le pensioni sono un grande peso per lo Stato, ma alzi la mano chi non le trova giuste. Anche l’introduzione di Quota 103 ha portato i suoi benefici alle casse della nazione, costringendo tanti italiani a rinunciare all’uscita anticipata. Ravvisare qualcosa di ingiusto in tutto questo non è moralmente sbagliato, ma a quanto pare, almeno da un punto di vista prettamente economico, era l’unica strada da percorrere. Ma cos succede quindi con le pensioni minime? Forse il Def ha finalmente individuato il problema che potrebbe mettere tutti d’accordo se eliminato.

Il problema del cuneo fiscale

L’obiettivo della maggioranza è senza dubbio pregevole. In una nota si legge infatti che hanno chiesto al Governo di “valutare, nell’ambito degli eventuali spazi di bilancio disponibili per la prossima manovra, un intervento in materia di innalzamento delle pensioni minime”. Inoltre, l’esecutivo si impegna a “proseguire nell’azione di riduzione del cuneo fiscale e a valutare la riallocazione della spesa pubblica dai settori che hanno un basso impatto sulla crescita a quelli che ne possano aumentare il potenziale, considerato che dall’aumento del Pil può derivare un impatto positivo su tutti gli indicatori di finanza pubblica”.

Ecco la parola chiave che potrebbe risolvere la questione: cuneo fiscale.

Secondo uno studio pubblicato dall’OCSE, l’Italia risulta essere al quinti posto nel mondo. Le tasse sulla busta paga sono un costo considerato quindi dagli esperti esteri ormai enorme, e pesano enormemente sia sulle imprese che sui dipendenti. Forse, l’unica soluzione per sgravare i lavoratori sul proprio salario e offrire anche una più generosa valutazione sull’importo da elargire per le pensioni minime, è proprio quella di agire su tale problematica.