Qualche giorno fa si è svolta la coppa del Mondo del Panettone che ha premiato i migliori panettoni classici e quelli al cioccolato. Le finali si sono svolte a Palazzo delle Stelline a Milano e vi hanno partecipato non solo pasticceri italiani ma internazionali, a dimostrazione del fatto che questo dolce, simbolo del Natale italiano, ha conquistato davvero tutto il mondo.

Gli italiani, sicuramente, non rinuncerebbero mai a mettere questo dolce sulle loro tavole durante le festività, nonostante i costi siano diventati proibitivi così come quelli di altri prodotti alimentari.

Ma dove nasce il panettone, simbolo natalizio del nostro paese? Ebbene, si comincia a parlare di panettone in un documento scritto nel 1470 dal precettore degli Sforza il cui nome era Giorgio Valagussa.

Ecco maggiori dettagli.

Il panettone, un po’ di storia

Giorgio Valagussa racconta che a Natale era consuetudine mettere sul fuoco un grosso ceppo di legno. Tutti i commensali, poi, consumavano fette di pane di frumento distribuite dal capofamiglia che ne conservava una per l’anno successivo (era infatti di buon augurio). Questa tipologia di pane era davvero preziosa per le persone povere. Durante l’anno, infatti, costoro non potevano consumare farina di frumento pregiata perché era riservata alle persone ricche. Le Corporazioni milanesi, però, decisero che a Natale tutti avrebbero dovuto consumare il medesimo pane. Quest’ultimo era detto “Pan de ton” e veniva arricchito con uova, burro e zucchero per renderlo ancora più buono. Una specie di primo panettone.

L’anno in cui, invece, si parla di una prima ricetta di simil panettone è il 1549 per opera di Cristoforo di Messisbugo. Questo cuoco, infatti, elencò tutta una serie di ingredienti che creare un dolce milanese e tra questi c’erano farina, burro, uova, latte, acqua di rose e zucchero. Aggiunse inoltre che esso doveva lievitare e avere la forma tonda.

Nel corso degli anni successivi ed esattamente nel 1599, in una nota del Collegio Borromeo di Pavia, si trova invece una ricetta che somiglia proprio a quella del nostro panettone. Per le spese del pranzo di Natale, infatti, in una nota venivano chieste due libbre di uvetta, due once di spezie e tre libbre di burro che sarebbero servite per la preparazione di tredici grossi pani. Questa ricetta, quindi, è la prima che somiglia di più a quella del panettone dei nostri giorni.

Coppa del mondo dei panettoni 2022: ecco i migliori

Qualche giorno fa si sono svolte le finali per eleggere i migliori panettoni del mondo 2022. I finalisti sono stati 24 per la categoria “panettone tradizionale” e 18 per “panettone al cioccolato” e come, detto, i maestri pasticceri sono arrivati da tutto il mondo. Esattamente da America Latina, Stati Uniti, Europa, Asia e per la prima volta dall’Africa. La giuria, infine, era composta di grandi maestri del calibro del brasiliano Shimura o dello svizzero Stahl o dell’italiano Iginio Massari.

Ha vinto il premio di miglior panettone tradizionale del mondo, il maestro pasticciere Giuseppe Mascolo di Visciano (Napoli) seguito da Claudio Colombo della pasticceria Colombo di Barasso (Varese). Il terzo posto è andato a un pasticcere svizzero il cui nome è Luca Poncini della pasticceria di Maggia nel Cantone Ticino.

Per la categoria migliori panettoni al cioccolato, al primo posto si è classificato Annibale Memmolo della pasticceria Memmolo Mirabella a Eclano (Avellino) seguito da Bruno Andreoletti di Brescia.

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