Il Consiglio dei Ministri ha stabilito per il 2024 una riduzione del canone Rai in bolletta da 90 a 70 euro. Tradotto, alle casse dell’azienda radiotelevisiva di Stato verranno a mancare decine e decine di milioni.

Il rischio più concreto è che la decisione maturata con l’ultima legge di Bilancio per il prossimo anno spinga la Rai a operare numerosi tagli. Si va dalle infrastrutture alla produzione, non ultimo al personale.

Un problema serio, dunque, su cui si è soffermato in una lunga analisi Linkiesta.

Secondo l’approfondimento in questione si tratterebbe di “una scelta illogica, come quella di lasciar andare via Fabio Fazio”, il cui debutto sul Nove con la prima puntata di Che tempo che fa ha superato ogni più rosea aspettativa.

Rai mai in crisi come quest’anno

Il taglio del canone Rai arriva nel momento peggiore della storia di Viale Mazzini. Oltre ai problemi di ascolti e di immagine, la televisione di Stato versa in una crisi economica senza precedenti.

A proposito degli ascolti, è emblematico il caso di domenica scorsa, quando lo stesso Fabio Fazio sul Nove ha registrato ascolti superiori a Rai 2 e Rai 3. Sempre nell’approfodimento di Linkiesta si paragona quanto accaduto a “una sberla indimenticabile, un’umiliazione, una linguaggia come il simbolo dei Rolling Stones”.

Come cambia la TV pubblica con la riduzione del canone RAI a 70 euro

Il giornalista stima in “milioni di euro” la perdita della Rai per aver lasciato andare colui che ha inventato una trasmissione di successo come Che tempo che fa. Soldi che fanno riferimento ai proventi pubblicitari che verranno meno a causa degli ascolti più bassi.

E se si guarda alle “nuove leve”, con due nomi su tutti quali Pino Insegno e Nunzia De Girolamo, per Linkiesta si prospettano tempi cupi.

Già i mesi scorsi si parlava di togliere il canone Rai dalla bolletta, tant’è che il miinistro Giorgetti aveva detto in merito:

“E’ evidente che il canone Rai dalla bolletta deve uscire, per quest’anno lo abbiamo mantenuto e mi sono preso tante critiche, ma deve uscire”

La Lega, invece, ha da sempre puntato alla: 

 “progressiva riduzione dell’importo del canone Rai, con un taglio a cadenza annuale del 20 per cento, fino al suo totale azzeramento”

Senza dimenticare la “ridefinizione “univoca” del concetto di servizio pubblico”.

Entro 5 anni, insomma, si deve arrivare all’abolizione.

Già oggi, nel caso in cui l’utente non abbia la possibilità di accedere alla rete o di fruire del servizio per motivi estranei alla propria volontà non è obbligatorio pagare la tassa.

Riassumendo

– Ha destato scalpore il provvedimento preso dal governo in occasione dell’ultima legge di Bilancio di tagliare il canone Rai da 90 a 70 euro per tutti gli italiani.
– Alcuni hanno giudicato questa scelta come illogica, sottolineando come la Rai versi in condizioni economiche drammatiche, anche per via di un drammatico calo di ascolti.
– Il rischio più concreto dovuto al taglio dei costi è quello che l’azienda della televisione di Stato sarà costretta a procedere con tagli del personale. Si va dalle infrastrutture alla produzione.
– Secondo un approfondimento de Linkiesta, l’aver lasciato andare via Fabio Fazio si tradurrebbe in una perdita di 100 milioni di euro
– Emblematico è anche il fatto che la prima puntata di Che tempo che fa di Fazio sul Nove abbia totalizzato ascolti più alti rispetto a quelli di Rai 2 e Rai 3.