È la domanda che un po’ tutti si fanno, da una parte e dall’altra. Chi vincerà le elezioni politiche del 25 settembre? Ora che i sondaggi sono fermi, i leader di partiti e coalizioni devono trovare da soli la strada giusta da percorrere. L’obiettivo? Convincere i tanti indecisi a votare per il proprio partito o per la propria coalizione. Almeno questo è quello che faranno da qui fino alla fine centrodestra e centrosinistra. Casa per casa, persona per persona, voto per voto.

In quest’ultimi giorni la campagna elettorale sarà tutta così, senza esclusione di colpi. Metaforicamente parlando, si intende. E mentre Salvini e la Meloni litigano quasi per le bollette, c’è chi come Calenda invita a non votare venditori di bibite. Tra battute, attacchi e qualche polemica, fino al 25 settembre assisteremo alle ultime mosse dei leader per portare acqua al loro mulino.

Chi vincerà le elezioni politiche del 25 settembre

La risposta certa a chi vincerà le elezioni politiche del 25 settembre arriverà soltanto la mattina del giorno seguente, quando ci sarà una coalizione vincitrice e una perdente. Gli occhi sono tutti sul centrodestra da una parte e centrosinistra dall’altra. E cioè Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia da un lato, Partito democratico, Sinistra Italiana, Verdi, +Europa dall’altro. Poi sì, ci sono anche il Movimento 5 Stelle e il Terzo Polo, più tutti gli altri partiti minori, con scarse se non nulle possibilità di vincere.

Vittoria, appunto. Diversi commentatori politici hanno spiegato che per vincere con il Rosatellum, l’attuale legge elettorale, un partito o una coalizione dovrebbe raggiungere almeno il 40% al proporzionale e il 60% nei collegi uninominali. Per avere invece la maggioranza assoluta, occorrerebbe il 90% dei collegi uninominali e il 50% nel proporzionale. Queste sono le percentuali a cui ambiscono, o dovrebbero ambire, tutti i partiti.

Il ruolo delle alleanze politiche

C’è un però: non è detto che le alleanze politiche possano reggere all’indomani delle elezioni.

Uno scenario possibile, anzi plausibile, che di fatto porterebbe a un rimescolamento delle carte. D’altronde le prime avvisaglie sembrano già esserci, in seno soprattutto al centrodestra. Non è infatti passata inosservata la querelle tra Meloni e Salvini sul caro bollette, con il leader della Lega che più volte messo sullo stesso piano Letta e la numero di FdI.

Per questo motivo non è impensabile che chi vinca le prossime elezioni si ritrovi poi alla guida del Paese. Tutto dipenderà dalla tenuta dell’alleanza in primis, dopodiché potrebbe giocare un ruolo importante anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ancora oggi, infatti, è il Capo dello Stato ad affidare l’incarico di formare un governo, e non è detto che questo corrisponda ai risultati del voto.