Nel nostro Paese tiene ancora banco la cancellazione del reddito di cittadinanza, servizio assistenziale che offriva sostegno a milioni di italiani, soprattutto al Sud. Tale servizio è stato sostituito da nuove misure che si concentrano però soprattutto nell’inserimento del mondo del lavoro da parte dei richiedenti. Ebbene, a quanto pare non tutti gli ex-percettori ne hanno fatto domanda.

Smascherati i furbetti

Sulla questione è intervenuta Marina Calderone, ministro del Lavoro, la quale ha rivelato i numeri relativi agli ex-percettori che hanno fatto domanda per l’accesso ai nuovi sussidi per i non occupati.

Ebbene, i numeri ci dicono che solo il 20% ha chiesto tali sussidi. Ciò significa che l’80% degli ex-percettori ha preferito non inserirsi in questa nuova proposta assistenziale. Ecco le parole del ministro:

“Entro il 26 gennaio pagheremo l’Assegno di inclusione a circa 450 mila nuclei familiari. Lo strumento è operativo da quest’anno, ma abbiamo anticipato la possibilità di inviare le domande al 18 dicembre, per dare continuità di sostegno a chi ne ha bisogno. Le domande finora arrivate sono 520 mila e la platea potenziale sfiorerà le 737 mila famiglie”.

Più interessante il suo passaggio successivo, dove evidenzia le incongruenze delle percentuali, smascherando in questo modo coloro che probabilmente non avevano davvero bisogno del reddito di cittadinanza:

“Le domande finora sono state circa 160 mila. L’incongruenza che deve farci riflettere è che su quasi 250 mila potenziali occupabili che percepivano il Rdc, soltanto il 20% ha fatto richiesta. Il nuovo sistema ha riscontrato più successo fra chi non aveva il sussidio e ha scelto di rimettersi in gioco, attivandosi con uno dei percorsi a disposizione, dall’orientamento alla formazione”.

Conosciamo bene le proteste che si sono susseguite lo scorso anno dopo la cancellazione del RdC. I numeri rivelato dal Ministro gettano quindi non poche ombre su tali proteste, anche se al Sud, in particolare in Campania, la situazione continua a essere delicata e ci appare difficile credere che la stragrande maggioranza dei campani abbia finto.

Proprio di recente infatti in Campania si sta studiando per inserire un reddito di cittadinanza regionale, un po’ come fatto anche in Puglia con il reddito di dignità.

Reddito di cittadinanza, ora misure più concrete

Per Calderone ora ci sono misure finalmente concrete, atte a smascherare gli ex furbetti del reddito di cittadinanza e offrire assistenza a coloro che realmente hanno bisogno. Insomma, l’intervento della Meloni è senza dubbio più concreto delle precedenti misure, secondo Calderone: “È la dimostrazione del fatto che il Reddito di cittadinanza per quanto riguarda le politiche lavorative non era una misura né davvero giusta né efficace. La nostra filosofia è quella di continuare a sostenere i casi di oggettiva difficoltà e trasformare il sussidio in un incentivo a trovare lavoro, non a restare disoccupati”.

Probabilmente non tutti saranno d’accordo su questa conclusione, la quale quindi vuole che circa l’80% degli ex-percettori del reddito di cittadinanza non ne aveva davvero bisogno, altrimenti non ci sarebbe stata una richiesta così bassa per l’accesso alle nuove misure introdotte dal Governo. Infine, Calderone fotografa anche la situazione relativa alla disoccupazione con alcuni interessanti numeri:

“L’ultima rilevazione dell’Istat fotografa una disoccupazione giovanile sotto i 24 anni in diminuzione di 2,5 punti, primo segnale positivo di una possibile inversione di tendenza. A parte il record complessivo dell’occupazione, il fatto che ad aumentare siano stati nella grande maggioranza i contratti a tempo indeterminato e che prevalgano tra i nuovi lavoratori le donne, sono segnali incoraggianti a cui va data continuità”.

I punti chiave…

  • solo il 20% degli ex-percettori del RdC ha fatto richiesta per le nuove misure sostitutive;
  • secondo il ministro del Lavoro, Calderone, ciò dimostra che molti ex-percettori erano dei furbetti;
  • dati incoraggianti sulla disoccupazione giovanile, scesa di 2,5 punti negli ultimi tempi.