L’eterno predestinato, o l’eterno secondo. Il passo è breve. Lo sa bene Giancarlo, come lo chiamano tutti, lo sanno bene i segretari della Lega che si sono succeduti fino ad oggi, da Bossi a Salvini, passando per Maroni. Ora che il centrodestra ha vinto le elezioni, Giancarlo Giorgetti è il nome più in vista della Lega. O perlomeno la persona su cui il centrodestra può mettersi d’accordo per la formazione della squadra di governo. Così dicono, almeno.

La domanda gli è stata fatta, sì, e anche la risposta è arrivata puntuale: “Sarai il prossimo ministro dell’Economia?” “Mi sentivo più giovane quando sono entrato la prima volta.

Ora ho tutti dolori articolari”. Come dire: ci sono, ma non è la mia aspirazione massima. Che invece è quella di diventare presidente della Camera, carica però che dovrebbe andare al collega di partito Riccardo Molinari. E mentre Ignazio La Russa è stato già eletto presidente del Senato, per la lista dei ministri del Governo Meloni bisogna attendere ancora un pò, e dalle ultime notizie sembra proprio che non mancheranno sorprese.

Ma chi è Giancarlo Giorgetti?

Giancarlo Giorgetti, il più serio candidato a diventare ministro dell’Economia, è nato il 16 dicembre 1966 a Cazzago Brabbia, comune con meno di 1.000 abitanti in provincia di Pavia. Della sua città natale è stato sindaco dal 1995 al 2004. Senza mai perdere i valori della sua famiglia di pescatori, dal padre, al nonno, al bisnonno. Il primo a studiare fu proprio lui: nel 1990 si laurea in Economia aziendale alla Bocconi di Milano. Dalla madre, tessitrice, ha invece ereditato la non semplice arte di “instancabile tessitore”. Tanto da essere paragonato ora a Penelope, ora a Richelieu, ora a Gianni Letta, come riporta Concetto Vecchio per Repubblica.

Sarà il ministro dell’Economia?

Dopotutto, ai bomber di razza preferisce il ruolo di regista, alla Pirlo per intenderci, anche se la sua fede calcistica lo porta dritto ai Saints, la squadra della città di Southampton.

Fede che lo porta appena ne ha la possibilità in chiesa alla domenica e allo stadio in Inghilterra. All’inizio di quest’anno è stato tra i primi a sostenere la candidatura di Mario Draghi al Quirinale. Dopo la rielezione di Mattarella, gli è invece rimasta la foto di congedo da Palazzo Chigi, sempre un passo indietro rispetto agli altri.

Lo stesso passo indietro che ha fatto prima con Bossi, poi con Maroni e infine con Matteo Salvini. Tra i due, non lo hanno mai nascosto, la scintilla non è mai scattata, tanto che l’attuale segretario della Lega vorrebbe considerare Giancarlo tra i ministri tecnici. Ma il ministero, stavolta, è di quelli pesanti.