Da quando è caduto il governo Draghi, ed è stata annunciata la data in cui gli italiani dovranno tornare a votare, i partiti politici hanno ricominciato la corsa alla campagna elettorale. In tanti si chiedono già che cosa potrebbe cambiare e cosa no qualora a vincere fosse una fazione piuttosto che un’altra. Ne avremo ancora per altre tre settimane, tra scontri, polemiche, promesse e previsioni, che in un certo senso sembrano già disegnare il futuro del paese e non di rado ci confondono le idee.

Sondaggi alla mano, la coalizione di centrodestra è la grande favorita per la vittoria alle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Vittoria non è nemmeno il termine più esatto per indicare l’attuale vantaggio sulle altre forze politiche del Paese.

Sarebbe più giusto parlare invece di trionfo. Ad oggi Fratelli d’Italia è data intorno al 25% delle preferenze degli italiani dalla quasi totalità dei sondaggi. A questo dato si aggiungono poi le percentuali di Lega e Fratelli d’Italia, che insieme pareggiano (o quasi) la percentuale di FdI.

I sondaggi sulle elezioni politiche

E gli altri? L’attuale composizione della coalizione di centrosinistra raggiunge a malapena il 30%, nonostante l’ingresso di Sinistra Italiana ed Europa Verde. Nessuna opportunità nemmeno per Movimento 5 Stelle e il Terzo Polo. Per i grillini sarebbe un discreto successo raggiungere il 15%, mentre il Terzo Polo di Calenda può ambire al massimo a superare il 10%.

Insomma, il vantaggio della coalizione di centrodestra è tale da non prendere nemmeno in considerazione l’ipotesi di una sorpresa durante la notte tra domenica 25 e lunedì 26 settembre. La vera domanda è un’altra: cosa succede se il centrodestra vince le elezioni politiche di fine settembre?

Il nuovo presidente del Consiglio

La regola non scritta in seno alla coalizione del centrodestra è che chi prende un voto in più alle elezioni diventa il candidato premier.

Secondo questa logica, Giorgia Meloni ha fondate possibilità di essere la prossima candidata premier di un centrodestra in trionfo. Lo stesso automatismo non c’è però in seguito. L’attuale Costituzione assegna infatti al Presidente della Repubblica l’onere di scegliere la persona a cui affidare il mandato di formare un nuovo governo.

La legge di Bilancio

Dalla formazione del nuovo esecutivo al giuramento dello stesso di fronte al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella trascorreranno pochi giorni. La questione del tempo è importante perché sarà il nuovo Parlamento a licenziare la legge di Bilancio per il prossimo anno. E su questo punto c’è una doverosa riflessione da fare. Sia come tempistiche che come risorse, il nuovo governo ha di fatto le mani legate. Questo si rifletterà anche nei provvedimenti che verranno inclusi nella legge di Bilancio. Per farla breve, misure importanti come l’aumento delle pensioni promesso da Berlusconi e la flat tax dovrebbero essere rimandate al 2023.

I primi provvedimenti del centrodestra per le elezioni politiche

Ci sono però delle misure a costo zero che la coalizione di centrodestra potrebbe approvare in tempi rapidi, dopo averle promesse in campagna elettorale. A partire dalla riforma della giustizia, che tra le altre cose prevede l’inappellabilità delle assoluzioni in primo grado. Passando poi per i decreti Sicurezza, vecchio cavallo di battaglia di Matteo Salvini contro l’immigrazione. Sullo stesso tema, per esempio, il blocco navale promesso da Giorgia Meloni è una misura più complessa, soprattutto perché si potrebbe scontrare contro le attuali leggi dell’Unione europea. Infine, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia potrebbero subito mettere mano al reddito di cittadinanza, modificandolo o sostituendolo del tutto con una nuova misura.  Ovviamente fino al 25 settembre nulla è certo. La campagna elettorale andrà avanti tra colpi di scena e ribaltoni. Sarà il popolo italiano a decidere le sorti del paese.