A quanto pare le conseguenze di ChatGPT nel mondo si stanno facendo davvero rilevanti. Addirittura il fondatore di OpenAI, la software house che ha creato l’intelligenza artificiale, esprime la sua preoccupazione in merito alle implicazioni che una tale tecnologia può avere su molti fattori, qualora dovesse finire nelle mani sbagliate. Insomma, si affaccia nella realtà ancora una volta l’eterno problema palesatoci più volte dalla letteratura fantascientifica: cosa succede se uno strumento viene utilizzato da cattivi intenzionati?

L’audizione al Senato degli USA

Sam Altman, fondatore di OpenAI, ha presenziato all’audizione al Senato degli Stati Uniti lo scorso martedì per esprimere il suo parere in merito alle possibili conseguenze che la sua applicazione può apportare nel mondo, nello specifico relativamente ai processi elettorali.

L’imprenditore si è espresso favorevolmente in merito a una legislazione che possa regolamentare tale tecnologia. Infatti, le perplessità di molti senatori statunitensi erano proprio riferite alle conseguenze che tale software sta potenzialmente mostrando. Abbiamo già accennato più volte ai rischi che sono già visibili, su tutti quello del lavoro. C’è infatti chi sostiene che ChatGPT possa togliere il posto a diverse professioni, ma allo stesso tempo c’è chi considera anche le altre grandi opportunità che una tale tecnologia può apportare in termini di fatturato per le aziende.

Insomma, nel campo del lavoro la questione è ancora estremamente aperta, ma c’è chi teme che le cose possano essere molto più negative e pericolose in altri settori. Nello specifico, tale software potrebbe interferire sui normali processi elettorali. A cosa si riferisce? La questione dei brogli elettorali è un tema alquanto delicato negli USA (e non solo), e a quanto pare la possibilità che ChatGPT possa davvero interferire in questo campo è alta, se è vero che lo stesso cofondatore ne è preoccupato ed esprime tutta la sua preoccupazione decidendo di collaborare con il Governo.

ChatGPT, anche il fondatore ne è preoccupato, può interferire sui processi elettorali?

Un passo indietro da parte di Altman? Niente affatto. A ben vedere, la sua pressa di posizione è perfettamente in linea con quelle che sono le intenzioni di qualsiasi imprenditore. Ossia far si che il proprio prodotto sia in regola con le leggi del proprio paese. In questo modo, infatti, Altman tutela il suo prodotto, anzi lo protegge da eventuali problemi che possono arrivare da chi vorrà utilizzarlo per scopi sospetti. Ecco cosa ha proposto Altman a tal proposito:

“Questo è un sensibile argomento di preoccupazione. Se questa tecnologia viene usata nel modo sbagliato, può diventare molto ‘sbagliata’. Vogliamo essere chiari su questo e vogliamo lavorare con il governo per evitare che ciò succeda”.

La proposta di Altman però si fa concreta nel momento in cui suggerisce di definire dei livelli minimi di sicurezza. Organizzare delle commissioni di valutazione esterne composte da esperti. Testare i software per essere sicuri che non possono nuocere al sistema. In pratica, l’idea dell’imprenditore è quella di regolamentare per filo e per segno la sua tecnologia. Così da stabilire dei paletti oltre i quali non si può andare.

In questo caso, l’agenzia governativa creata a tale scopo offrirebbe delle licenze vere e proprie alle aziende che vogliono utilizzare ChatGPT di OpenAI e vigilerebbe affinché tale tecnologia venga usata nel modo corretto. Qualora ciò non accadesse, saranno legittimamente autorizzati a revocare tale licenza. Si tratta di una soluzione estremamente intelligente, che potrebbe quindi finalmente mettere tutti d’accordo.