Dopo il brusco stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura, con immediato divieto per le Regioni di acquistare crediti in circolazione, oggi ci sarà un incontro Governo-sindacati. Posto che, la decisione di dire addio alla cessione del credito è stata presa dal Governo Meloni senza sentire in via preventiva i sindacati. Le conseguenze di questa decisione potrebbero avere fortissime ripercussioni, le imprese edili già in forte carenza di liquidità, potrebbero subire il colpo del KO. Infatti, le imprese che avevano deciso di sfruttare la chance del 110, hanno fatto nuovi investimenti, assumendo anche nuovo personale dipendente.

Ora il giocattolo si è rotto e le imprese iniziano a fare la conta dei danni. Inoltre, se da un lato per la generalità dei contribuenti, rimarrà la possibilità di sfruttare la detrazione in dichiarazione dei redditi, per i contribuenti in regime forfettario, lo stop alla cessione del credito significa dire addio a tutti i bonus edilizi, anche sotto forma di detrazione.

Lo stop alla cessione del credito

Se vogliamo partire da un certezza, è corretto affermare che la norma sulla cessione del credito 110 e altri bonus edilizi è stata fatta con i piedi fin dall’inizio. Infatti, si è partiti senza regolamentazione, cessione libere e dubbi sulla responsabilità dei cessionari; poi, si è passata alla possibilità di cedere il credito anche per i lavori da quelli diversi dal superbonus: bonus facciate, ristrutturazione, Ecobonus, ecc. Con visto di conformità e attestazione della congruità delle spese. Per il superbonus, l’attestazione riguarda anche i requisiti tecnici dell’intervento.

Detto ciò, il Governo Draghi ha cercato di limitare il numero delle cessioni. Ammettendone 4 nel totale di cui sola la prima libera. Le altre devono essere effettuare verso banche o altri intermediari; comprese le assicurazioni. Poi, di recente, con il DL 176/2022, decreto Aiuti-quater, il Governo Meloni, ha portato il numero delle cessioni consentite da 4 a 5.

Dunque, a oggi, viene difficile capire qual era il reale intento del Governo. Posto che questo recente intervento, andava del tutto in senso contrario rispetto allo stop delle cessione del credito deciso la scorsa settimana.

Stop alla cessione del credito. Oggi l’incontro decisivo Governo-Sindacati

La situazione ora si fa piuttosto critica, soprattutto per le imprese. Da subito, dopo l’approvazione del decreto e la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sono partire le prime proteste. Soprattuto da parte dei sindacati che non sono stati proprio chiamati in causa dal Governo nella decisone sul blocco alla cessione del credito e allo sconto in fattura.

Detto ciò, oggi ci sarà un’importante incontro proprio tra Governo e sindacati. Incontro che era già stato annunciato dal Governo nel comunicato stampa della scorsa settimana. Quello che succederà dipenderà dalle reali volontà dell’esecutivo. Viene difficile pensare che la Meloni darà speranza su eventuali cambi di rotta. Piuttosto sembrerebbe che il Governo sia pronto a prendere misure ad hoc per sostenere il settore edile. Di ristabilire la cessione del credito non se ne parla.

Di certo, se inizialmente il nuovo Governo sembrava essere dalla parte delle famiglie e delle imprese, ora la situazione si è del tutto capovolta: addio alla cessione del credito, al bonus benzina e a breve anche al reddito di cittadinanza. Sul bonus benzina, basterebbe dire la verità sulle accise che noi italiani siamo costretti a pagare su ogni litro di benzina; accise rispetto alle quali, le azioni speculative di cui sentiamo parlare tanto nei TG e a cui viene addebitato l’aumento dei prezzi, hanno un effetto del tutto irrisorio.