Se le polemiche riguardanti lo stop alla produzione di auto a benzina e diesel dal 2035 non si sono ancora placate, il tema delle case green potrebbe fare ancora più rumore. Procede infatti spedito l’iter della direttiva che mira a far rientrare tutte le case dell’Unione europea nella classe energetica D entro il 2023. Obiettivo che per essere raggiunto richiede da parte degli italiani una spesa non indifferente. I voti a favore del Parlamento europeo in prima lettura sono stati 343, mentre quelli contrari 216, 78 gli astenuti.

Ma che cosa c’è scritto nella direttiva per gli immobili residenziali, ossia per le abitazioni dove viviamo?

Case green: entro 10 anni gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica D

Il primo passo consiste nel far rientrare gli edifici residenziali nella classe energetica E entro il 2030. Tre anni dopo (2033, ndr), sarà invece obbligatorio rientrare nella classe D. Attenzione però, perché tra dieci anni la classificazione sarà diversa da quella attuale, quindi la lettera D potrebbe non corrispondere a quella di oggi. Inoltre, l’Unione europea chiede a tutte le famiglie europee di riuscire di tagliare i consumi energetici fino al 25 per cento. Per rispondere presente alle richieste dell’Ue, i cittadini dovranno mettere mano al portafogli per tutta una serie di interventi volti a migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione.

Quali lavori previsti

Tra gli interventi richiesti si annoverano l’installazione dei pannelli solari, la sostituzione degli infissi, l’acquisto di nuove caldaie e l’aggiunta di nuovi cappotti termici.

Va da sé che i costi per realizzare gli interventi appena descritti sono importanti. A tal riguardo bisogna considerare anche che il periodo a disposizione per adempiere alle richieste dell’Unione europea è piuttosto stringente, visto che il 2033 non è poi così lontano, anzi. E per di più a questo si somma anche la retromarcia del nuovo governo Meloni sul Superbonus e gli altri bonus edilizi che fino a poco tempo fa erano elargiti tramite cessione del credito e sconto in fattura.

Mentre ore si possono usufruire soltanto tramite detrazione.

Su questo punto occorre sottolineare che i più avvantaggiati – sembra un paradosso ma è proprio così – sono ancora una volta le persone con reddito più alto, dal momento che potranno permettersi di anticipare le spese per poi richiedere la detrazione durante la dichiarazione dei redditi. Chi invece ha un reddito annuo basso, difficilmente potrà accedere al Superbonus senza prima rimetterci. Le prossime settimane e mesi saranno fondamentali per capire in che direzione si andrà e quanto dovranno sborsare, di fatto, i proprietari.